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Con la vitamina A aumenta l'effetto antitumorale della radioterapia nel carcinoma mammario e nelle leucemie

Con la vitamina A aumenta l'effetto antitumorale della radioterapia nel carcinoma mammario e nelle leucemie Uno studio, pubblicato recentemente su "The Lancet", la più prestigiosa rivista scientifica del mondo, ha dimostrato che quando nel sangue ci sono bassi livelli di vitamina A può aver origine un significativo elemento di rischio per l'insorgenza di tumori del polmone. È fuori dubbio, in ogni caso, il rapporto esistente fra la vitamina A ed i tumori, nel senso che una in adeguata presenza di questa vitamina nell'organismo può favorire la crescita dei tumori. E viceversa: la vitamina A costituirebbe uno schermo di estrema importanza per la difesa dell'organismo contro questi attacchi. Lo affermano anche due ricercatori americani, Preto e Doli in un lavoro pubblicato pochissimi anni fa su "Nature", nel quale ipotizzano la prevenzione dei tumori attraverso la somministrazione di derivati della vitamina A, detti retinoidi.

La vitamina A, oltre che in farmacia, è reperibile in alcuni dei cibi più comuni della nostra alimentazione: è nel latte, nelle uova, nell'olio, burro, pesci e nei vegetali, in particolare nelle carote. L'affermazione che le carote fanno bene alla vista corrisponde, nonostante l'apparenza di rimedio popolare, a una verità  scientifica. Esse, infatti contengono un'altissima concentrazione di carotene, che è un retinoide: come il nome può far facilmente supporre, i retinoidi della vitamina A sono estremamente importanti per la vista in quanto agiscono, migliorandola, sulla percezione dell'intensità  luminosa e nella percezione dei colori. Quindi, grazie alla vitamina A, stimolazione dei nervi della vista e prevenzione dei tumori; ma quali e, in particolare, come? Vediamo subito i vari passaggi. I retinoidi, introdotti nell'organismo con la dieta, vengono trasformati in retinolo e assorbiti attraverso l'intestino; quindi passano nel sangue che li metabolizza ancora e li trasferisce al fegato il quale li rimette in circolo dopo averli ancora una volta elaborati, così trasformati e legati alle proteine del sangue, i retinoidi raggiungono le varie cellule dell'organismo. Tra queste, alcune sarebbero più sensibili delle altre al retinolo e presentano sulla superficie dei recettori pronti a catturare le sostanze vitaminiche ed a trasferirle all'interno delle cellule. E qui inizia la loro funzione, in quell'elemento fondamentale della vita umana che è il nucleo della cellula. Il dottor Alberto Scanni, responsabile del servizio di oncologia al "Fate bene fratelli" di Milano, riassume così l'azione della vitamina A, sotto forma di retinoidi, nell'organismo umano: "Secondo gli studi più aggiornati, i retinoidi favorirebbero la differenziazione cellulare. In altre parole, consentirebbero la trasformazione cellulare verso quadri di normalità . La cellula raggiungerebbe così caratteristiche definitive, cosa "che non accade nei tumori, dove le cellule sono mal differenziate e quindi anormali".

Ma non basta. La vitamina A "sopprimerebbe la trasformazione di cellule normali in maligne, in presenza di sostanze cancerogene o di radiazioni". Inoltre, migliorerebbe le caratteristiche di alcune cellule già  cancerogene, avviandole verso quadri di normalità. E, infine, bloccherebbe l'azione dei cosiddetti "cocancerogeni", cioè di quelle sostanze che in associazione agli agenti cancerogeni veri e propri, favoriscono l'inizio dei tumori. Per prudenza, Scanni, uno dei più preparati giovani oncologi italiani, aggiunge che questi risultati sono stati raggiunti in laboratorio e su modelli sperimentali. Ma deve anche dire che "sull'uomo sono stati condotti studi controllati i quali hanno dimostrato che alcuni schemi terapeutici contenenti la vitamina A hanno dato qualche efficacia nel carcinoma della pelle, nel carcinoma polmonare inoperabile, nei carcinomi della gola e della laringe. In alcuni casi, è stato dimostrato che il pretrattamento con la vitamina A aumenta l'effetto antitumorale della radioterapia nel carcinoma mammario e nelle leucemie ".

Il dottor Scanni diceva queste cose sfogliando la raccolta delle più recenti ricerche concluse nel mondo sul rapporto fra tumori e vitamina A. E il suo discorso, fuori da ogni prudenziale valutazione scientifica e dal difficile linguaggio clinico, ha un solo significato: senza effetti miracolo, che nessuno deve attendersi, esistono oggi consistenti possibilità  che la vitamina A e i suoi derivati abbiano un ruolo nelle strategie terapeutiche di diversi tipi di tumore. È solo l'inizio delle ricerche o qualcosa di più? Qualcosa di più, dicono i ricercatori, anche se le reali prospettive di una cura preventiva, contro i tumori, della vitamina A sono probabilmente ancora tutte da scoprire. Gli effetti potrebbero essere molto più ampi e importanti di quanto non appaiano oggi. Ma già  i risultati raggiunti aprono orizzonti di estremo interesse e di molte speranze. La conferma viene da uno studio di "The Lancet" di pochi anni fa, raccoglie i risultati di una associazione significativa fra bassi livelli di vitamina A (dieta povera di A) e il rischio di ammalarsi di tumore. Secondo i dati raccolti, un soggetto con una scarsa concentrazione di vitamina A rischierebbe il cancro oltre due volte in più di un soggetto normale, cioè con una buona concentrazione della stessa vitamina. Questa è la strada che spinge all'uso della vitamina A in funzione preventiva anticancro. Conclude infatti il dottor Scanni: "In fase sperimentale si è detto e studiato molto sul rapporto fra vitamina A, carcinoma mammario e stati precancerosi della mammella. Si è provato sui topi e i risultati sono stati ragguardevoli: una breve dieta di retinoidi eviterebbe la nascita dei tumori mammari nel ratto perché non nella donna? Gli studi sono in corso e, anche se i dati riportati rappresentano ancora elementi di studio e di verifica, soprattutto su un ampio strato di popolazione, sembra di poter intravedere nella vitamina A un valido strumento nella battaglia contro il cancro. Infatti, i due obiettivi che si propone la ricerca in questo momento, sono:
a) chiarire definitivamente i meccanismi cellulari e molecolari che stanno alla base dell'efficacia anticancerogena della vitamina A , documentata sull'animale e, in parte, sull'uomo;
b) sviluppare in concreto l'uso dei retinoidi per la prevenzione e il trattamento dei tumori".

Fin qui la scienza e la ricerca che, insieme alla pratica clinica, costituiscono gli elementi fondamentali di ogni grande scoperta. Una intuizione, una verifica, un approfondimento: quello che manca, oggi, al più fiscale controllo richiesto, è solo un approfondimento della validità  anticancerogena della vitamina A. Ma anche fra i ricercatori e gli studiosi più attenti i dubbi sono ormai molto pochi. La vitamina A è entrata a buon diritto fra le amiche della vita. Per chi dovesse avere ancora anche una sola perplessità , ci sono gli "abstracts", i riassunti del Quarto Congresso Nazionale di Vitaminologia, tenutosi a Roma nel maggio del 1984. Vi hanno partecipato i più noti direttori di istituto e titolari di cattedra di biologia, patologia, fisiologia e oncologia nazionali. Il congresso era dedicato a un tema che lascia pochi dubbi: Vitamine e tumori. Leggiamo le conclusioni del Professor Alberto Fidanza, direttore dell'Istituto di Fisiologia Generale dell'Università  di Roma e Presidente del Centro Italiano di Vitaminologia: " I rapporti esistenti tra l'alimentazione e l'incidenza dei tumori hanno messo in evidenza l'importante ruolo svolto dalle vitamine nell'evoluzione di tale processo morboso... Il meccanismo con cui le vitamine svolgono il loro ruolo terapeutico nei confronti dei tumori è quello protettivo: esse infatti proteggono le cellule ed i sistemi biologici dall'azione lesiva e quindi cancerogena degli agenti chimici e fisici. Quest'azione protettiva consiste fondamentalmente nell'attivare le funzioni fisiologiche e nel potenziare e mantenere integre le difese organiche.

"L'eccezionale ruolo biologico conclude il professor Fidanza che le vitamine svolgono nell'essere vivente e l'impossibilità  per l'organismo stesso di sintetizzarle, impongono quindi, anche per la prevenzione dei tumori, una loro assunzione adeguata e ottimale". Crediamo non sia necessario tradurre dal linguaggio scientifico al nostro linguaggio comune il discorso fatto dal professor Fidanza sull'importanza delle vitamine in funzione preventiva contro i tumori. Esso conferma ogni affermazione precedente. Ma dal congresso di Roma, sulla vitamina A, in particolare, sono nati altri contributi. I professori Santamaria e Bianchi, dell'Istituto di Patologia generale "G. Golgi" e del Centro Tumori dell'Università  di Pavia, dopo aver rilevato che l'azione della vitamina A è importante nella prevenzione dei tumori della pelle, anche nell'uomo, aggiungono: "...Questi dati sono i primi che hanno sperimentalmente dimostrato l'importanza della nutrizione ricca di sostanze naturali antiossidanti, prevenzione della cancerogenesi (e, analogamente, dell'invecchiamento) e meritano adeguata discussione nel campo dei rapporti tra vitamina e cancro."

La vitamina A, pertanto, come si era già  detto, allarga la sfera d'intervento. Rinforzando e rigenerando le cellule dei tessuti, svolge una sua funzione di "ringiovanimento" che corrisponde a quel "riappropriarsi" dell'età  che ci è dovuta e sulla quale noi incidiamo col nostro sistema di vita, la nostra alimentazione, i nostri perdonabili ma consistenti vizi quotidiani. Invecchiare, cioè far invecchiare le nostre cellule, vuoi dire anche esperie con maggior facilità  ai pericoli di un attacco esterno. Difendersi da questo attacco significa restituire al nostro organismo gli elementi che un corpo sano e giovane contiene. Per cui, c'è solo da scegliere: o una vita regolata, attenta, codificata o tante vitamine, tante sostanze, cioè, in grado, sempre e comunque, di restituirci l'energia vitale smarrita.

L'importanza della vitamina A non si limita a questo. Uno studio di " The Lancet " del settembre del 1983 sottolinea la notevole crescita di mortalità  nei bambini che presentano una deficienza di vitamina A; una ricerca del prof. Ugo Butturini, dell'Istituto di Clinica Medica Generale e Terapia Medica dell'Università  di Parma informa sulla importanza di una terapia con vitamine A ed E associate per contrastare l'arteriosclerosi; un recentissimo "New England Journal of Medicine" (Febbraio 1984), altra autorevolissima rivista scientifica in campo mondiale, tratta ampiamente dell'importanza della vitamina A, sempre associata alla E, contro i rischi del cancro. Fra testimonianze dirette e documentazione, l'elenco sarebbe estremamente lungo.

Autore: Redazione Medicina33.com