Sezione: Oncologia

Tumore gastrico, la nuova frontiera è l’onco-chirurgia immunoterapica.

Tumore gastrico, la nuova frontiera è l’onco-chirurgia immunoterapica.

Tumore gastrico, la nuova frontiera è l’onco-chirurgia immunoterapica. Ma l’Italia è indietro sulla diagnosi precoce  e sui percorsi diagnostico-terapeutici

 

La chirurgia si conferma fulcro della cura nel cancro dello stomaco, con tecniche mininvasive  ma il futuro dei trattamenti punta deciso all’immunoterapia nelle fasi avanzate di malattia, intervallata alla chemioterapia. Si moltiplicano gli studi di genetica molecolare per differenziare i diversi tipi istologici di tumore gastrico e arrivare ad un’oncologia di precisione.

 

I massimi esperti italiani di tumori gastrici, riuniti in una Tavola rotonda promossa in diretta streaming su Facebook e YouTube dall’Associazione “Vivere senza stomaco si può”, approfondiscono le tendenze e le novità emerse al recente International Gastric Cancer Congress di Houston, che si aggiungono alle cure già presenti per queste patologie.

 

Il cancro dello stomaco è associato a prognosi sfavorevole, due le criticità in Italia:  la mancanza di diagnosi precoce e di percorsi diagnostico-terapeutici definiti  in Centri di riferimento dotati della necessaria esperienza.

 

Ferrara, 2 aprile 2022 Chirurgia, spesso mininvasiva, studio dei diversi tipi istologici e molecolari del tumore e, con risultati molto promettenti, immunoterapia nei casi di malattia avanzata, intervallata alla chemioterapia con trattamenti loco-regionali somministrati in onco-chirurgia: sono le nuove tendenze terapeutiche per i tumori gastrici, che si aggiungono alle cure già presenti per queste patologie, emerse al recente International Gastric Cancer Congress di Houston, delle quali discutono oggi i massimi esperti italiani nella Tavola rotonda promossa dall’Associazione “Vivere senza stomaco si può” in diretta streaming su Facebook e YouTube oggi a partire dalle 9.30.

Un evento che vuole approfondire l’evoluzione della ricerca e le prospettive future nel trattamento del cancro dello stomaco e guardare allo scenario italiano, dove permangono due importanti zone d’ombra: la mancanza di diagnosi precoce e di percorsi diagnostico-terapeutici in Centri di riferimento.

Nel trattamento del cancro dello stomaco, la chirurgia, con tecniche sempre più affinate, in molti casi mininvasive e con risparmio d’organo, resta il cardine intorno al quale ruotano chemioterapia, radioterapia e l’immunoterapia, che emerge a grandi passi tra le terapie mediche adiuvanti. I primi studi clinici con immunoterapici riguardano pazienti con malattia in fase avanzata che non rispondono ai chemioterapici e per i quali la terapia immunologica è assai promettente. Un esempio è lo studio CHECKMATE-649, con inibitori dei checkpoint immunitari che impiegati in prima linea combinati alla chemioterapia hanno mostrato un miglioramento della sopravvivenza. Promettenti anche gli anticorpi monoclonali per i pazienti con mutazione HER2+. «L’immunoterapia sta aprendo prospettive molto interessanti nel trattamento del tumore dello stomaco in fase avanzata – dichiara Domenico D’Ugo, Direttore Unità Operativa Complessa Chirurgia Generale, Policlinico A. Gemelli di Roma – specie per alcune categorie di pazienti che presentano particolari assetti genetici come l’alterazione chiamata ‘instabilità dei microsatelliti’ che non tutti i laboratori sono in grado di studiare e che è predittiva di non risposta alla chemioterapia. I primi studi indicano che i pazienti sottoposti a immunoterapia hanno risposte migliori rispetto a quelli non trattati con questa terapia».

Il cancro dello stomaco è la quinta neoplasia più comune, la quarta causa di morte per tumore. Nel 2020 sono state un milione le nuove diagnosi di tumore gastrico nel mondo con 770.000 decessi; in Italia 23.000 le nuove diagnosi e circa 8.500 i decessi. Attualmente 82.400 sono le persone viventi dopo una diagnosi di cancro dello stomaco (Fonte: I numeri del cancro in Italia 2020 – 2021).

La chirurgia resta centrale nella cura del tumore dello stomaco e le evidenze confermano l’efficacia della chirurgia mininvasiva, altamente raccomandata in casi selezionati. I risultati dei Centri d’eccellenza confermano come sia possibile, in determinate condizioni, operare in laparascopia anche i casi più avanzati senza detrimento per la cura del tumore.

Ora per chirurghi ed oncologi è il momento di trovare nuove strade per aumentare la percentuale di cura dei pazienti. Si comincia a parlare di onco-chirurgia o chirurgia di precisione: si punta anche in questo caso all’immunoterapia in presenza di un particolare tipo istologico che sta diventando predominante nella carcinosi peritoneale.

«Il tentativo – spiega Giovanni De Manzoni, Direttore Unità Operativa Complessa di Chirurgia Generale dell’esofago e dello stomaco AOUI di Verona – è quello di usare l’immunoterapia anche come trattamento loco-regionale durante l’intervento chirurgico o intervallato alla chemioterapia tradizionale sempre in onco-chirurgia. Si tratta di nebulizzare all’interno del peritoneo per 30 minuti, una sorta di aerosol sotto pressione. Il punto è capire come possiamo migliorare la sopravvivenza, cosa che per lo stomaco è difficile per le recidive dentro il peritoneo, oppure capire come prevenire queste recidive. In un tipo di tumore gastrico chiamato ‘cellule ad anello con castone’, le cellule sono disperse per cui quando arrivano alla sierosa dello stomaco tendono a cadere nella cavità peritoneale formando delle colonizzazioni. Queste cellule si è visto che rispondono poco all’immunoterapia. Stiamo trovando il modo di ‘capacitarle’ per renderle vulnerabili al trattamento immunoterapico».

Cambia anche l’epidemiologia del cancro gastrico: sempre meno tumori distali, della parte bassa vicino al piloro, che un tempo erano dovuti alla trasformazione maligna delle ulcere peptiche; sempre più tumori prossimali, della parte alta vicina all’esofago, dovute a reflusso esofageo, obesità o assunzione eccessiva di farmaci. Per queste tipologie di tumore, se diagnosticate presto le tecniche chirurgiche consentono il risparmio d’organo, laddove fino a ieri si toglieva tutto lo stomaco, con guadagno della qualità di vita del paziente. L’Italia può contare su una scuola chirurgica d’eccellenza in questo campo, riconosciuta a livello internazionale.

«Dal punto di vista della chirurgia l’Italia rappresenta la punta di diamante anche in termini di risultati nel mondo occidentale, riconosciuta come tale anche da giapponesi e coreani che per anni sono stati il punto di riferimento mondiale – sottolinea Stefano Cascinu, Direttore Dipartimento di Oncologia Ospedale San Raffaele di Milano – mentre gli Stati Uniti sono ancora un passo indietro. Quanto alle terapie mediche, non ci sono grandi differenze tra asiatici, europei e americani. I risultati tendono a sovrapporsi, piccole differenze a favore dei pazienti asiatici ci sono ma dovute non alle diversità dei protocolli di trattamento quanto piuttosto a caratteristiche costituzionali dei pazienti, a caratteristiche genetiche del tumore gastrico e alla forte spinta alle diagnosi precoci, che rendono i trattamenti chirurgici e medici più vantaggiosi anche in termini di sopravvivenza globale rispetto a noi italiani che scopriamo la malattia, nella maggioranza dei casi, quando è in fase avanzata. Quello che fa veramente la differenza, infatti, sono gli screening di popolazione e la diagnosi precoce che consentono agli asiatici di curare oltre il 40% dei carcinomi gastrici in stadio iniziale, che guarisce con la sola chirurgia conservativa».

L’expertise, le conoscenze e la multidisciplinarietà sono fondamentali per un tumore ad alta complessità come il cancro dello stomaco. Non a caso al Congresso mondiale è emersa quest’anno una visione olistica del paziente/persona con diagnosi di carcinoma dello stomaco. Oltre che di terapie mediche adiuvanti e di chirurgia si è molto discusso di terapie di supporto, non ultime la terapia nutrizionale e il sostegno psicologico. In Italia ogni anno si operano da 7.500 a 9.500 tumori dello stomaco, la gran parte scoperti in fase avanzata e oltre la metà di casi viene operata in ospedali che trattano meno di 10 casi l’anno. Sono all’incirca 10-15 i Centri di eccellenza per il cancro gastrico sul territorio nazionale.

«Abbiamo pensato di dedicare un evento ai pazienti italiani per informarli su quanto emerso dal Congresso mondiale di Houston sul tumore gastrico. Sono felice delle novità emerse che si aggiungono a quanto già presente nel nostro Paese in termini di cura – commenta Claudia Santangelo, Presidente di “Vivere senza stomaco si può” – siamo consapevoli delle criticità che ancora impediscono nel nostro Paese di intercettare precocemente questa neoplasia: la mancanza di una diagnosi precoce e l’assenza di un definito percorso diagnostico-terapeutico all’interno di Centri di riferimento riconosciuti a livello regionale. Sarebbe necessario effettuare una gastroscopia almeno dopo due-tre cicli di inibitori di pompa, i farmaci anti-acido che in genere il medico di famiglia prescrive e che purtroppo eliminano i sintomi ma permettono alla malattia di evolvere verso forme che vengono scoperte tardi. La prima cosa che si chiede il paziente è: dove vado a curarmi? Purtroppo, le Istituzioni regionali non hanno fino ad oggi riconosciuto i Centri di eccellenza per la diagnosi e la cura del tumore gastrico: nostro compito come Associazione pazienti è quello di informare e formare le persone su quanto sia importante rivolgersi a Centri di riferimento dotati delle necessarie competenze ed esperienze e che trattino non meno di venti casi l’anno di tumore dello stomaco. Sul sito della nostra organizzazione è possibile trovare nella sezione ‘Dove mi curo’, un elenco di Centri d’eccellenza nelle diverse Regioni; inoltre, abbiamo un Forum H24 molto seguito, dove i pazienti possono confrontarsi con altri pazienti e poi gli iscritti all’Associazione hanno la possibilità di fare domande ai nostri consulenti medici». 



Autore: Redazione Medicina33.com