Sciopero nazionale della sanità: adesioni fino all'85% e richieste urgenti al Governo
Il settore sanitario è in fermento: medici, dirigenti sanitari, infermieri e altri professionisti hanno aderito massicciamente allo sciopero nazionale di oggi 20/11/2024, con percentuali di partecipazione che, secondo i primi dati, raggiungono punte dell’85%, al netto degli esoneri obbligatori per legge.
Le ragioni della protesta
Secondo quanto dichiarato dai rappresentanti sindacali Pierino Di Silverio (Anaao-Assomed), Guido Quici (Cimo-Fesmed) e Antonio De Palma (Nursing Up), la mobilitazione nasce dalla profonda insoddisfazione per le condizioni di lavoro e dalla convinzione condivisa che il sistema sanitario pubblico sia in grave sofferenza. “Questo sciopero è un segnale forte – sottolineano in una nota – che dimostra quanto il personale sanitario non possa più accettare lo stato attuale delle cose”.
Tra i problemi evidenziati, figurano risorse insufficienti, un aumento delle aggressioni al personale sanitario, il malcontento crescente tra i cittadini per i servizi inadeguati e la carenza cronica di personale. In una lettera inviata alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i sindacati hanno richiesto un incontro urgente per discutere delle misure necessarie a risolvere la crisi.
Critiche alla legge di Bilancio 2025
Il fulcro della protesta è la legge di Bilancio per il 2025, considerata dagli scioperanti deludente e inadeguata. “Nonostante gli annunci del Governo, le risorse stanziate per la sanità sono insufficienti e mal distribuite”, affermano i sindacati. La legge prevede incrementi salariali giudicati irrisori: per il 2025, solo 17 euro netti in più al mese per i medici, 14 per i dirigenti sanitari, e appena 7 euro per gli infermieri. Questi aumenti, sottolineano i sindacati, sono lontani dal compensare l’inflazione e non bastano a risolvere i problemi strutturali del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Il documento di bilancio non include risorse adeguate per:
- La riduzione delle liste di attesa;
- L’assunzione di personale sanitario;
- La sicurezza negli ospedali, con la mancata attivazione di presidi di pubblica sicurezza;
- L’adeguamento dei contratti, inclusi quelli della sanità privata;
- La detassazione di parte della retribuzione e la depenalizzazione degli atti medici.
Le conseguenze dello sciopero
Lo sciopero, iniziato alla mezzanotte, ha paralizzato molte attività sanitarie non urgenti. Sono circa 1,2 milioni le prestazioni a rischio: si stima che oggi potrebbero saltare 50mila esami radiografici, 15mila interventi chirurgici programmati e 100mila visite specialistiche. Rimangono garantiti, invece, i servizi di emergenza.
Un sistema sanitario al collasso
I sindacati accusano il Ministero dell’Economia e delle Finanze di bloccare gli sforzi per il rilancio del SSN, perpetuando politiche miopi che non risolvono i problemi strutturali del settore. “Non è sufficiente annunciare nuovi fondi se questi sono diluiti su cinque anni e non tengono conto delle necessità immediate. Servono interventi strutturali e una visione a lungo termine per garantire la salute dei cittadini”.
Con questa mobilitazione, i lavoratori della sanità chiedono che il Governo prenda atto della gravità della situazione e intervenga con misure concrete per salvaguardare un sistema sanitario che, senza un intervento deciso, rischia di collassare.
Autore: Redazione Medicina33.com