Quali sono le conseguenze del contagio delle malattie sessualmente trasmissibili?
L'importanza delle malattie sessualemte trasmissibili è legata essenzialmente alle gravi conseguenze che esse frequentemente provocano sia sull'individuo che ne è affetto, sia sulla sua prole.Per la maggior parte di queste infezioni la fase acuta della malattia, con sintomi più o meno manifesti, è seguita o da una cronicizzazione o da ricorrenti recidive; alcune di esse, dopo la guarigione, lasciano degli esiti cicatriziali permanenti sugli organi genitali interni compromettendone definitivamente la loro funzione;durante la gravidanza o al momento del parto il figlio di una donna ammalata può contrarre l'infezione con conseguenze talora gravissime.
Alcuni microrganismi, come il Gonococco, la Chlamydia, i Micoplasmi, la Gardnerella, non si limitano a infettare i genitali esterni, ma risalgono le vie genitali, provocando nell'uomo infezioni delle vescichette seminali, della prostata, dell'epididimo e dei testicoli, e nella donna infezioni dell'utero, delle tube, delle ovaie;in entrambi i sessi l'infezione spesso colpisce anche le basse vie urinarie. Disturbi nell'emissione dell'urina come bruciori, frequente necessità di urinare anche di notte, minzione urente, febbre, ingrossamento e dolorabilità dei linfonodi inguinali, arrossamento dei genitali esterni, prurito localizzato o diffuso a tutti i genitali esterni, dolori addominali, anche modesti, emissione dall'uretra maschile o presenza nella vagina di perdite bianco-giallastre, cremose o schiumose, talvolta, ma non sempre, associati a febbre e malessere generale debbono indurre a rivolgersi con sollecitudine a un medico. più precocemente si riconosce l'esistenza dell'infezione e il microrganismo responsabile, più tempestivo sarà il trattamento e minori saranno le conseguenze dannose per l'organismo.L'uomo, a causa di una infezione trascurata, può diventare sterile perchè incapace di produrre spermatozoi se l'infezione ha colpito il testicolo, o incapace di produrre ed emettere un liquido seminale normale se l'infezione ha riguardato i canali e le ghiandole preposte a produrlo e convogliarlo all'esterno.
Nella donna, più esposta rispetto all'uomo ai rischi di una infezione trascurata, i germi possono risalire le vie genitali femminili per trasporto passivo, oppure in conseguenza di manovre strumentali mediche: circa il 12 per cento delle infezioni delle tube si verifica entro 4 settimane da un raschiamento uterino a scopo parato genitale non vengano mai sottovalutati, ne dal soggetto che ne è affetto ne dal medico a cui egli si rivolge, soprattutto se tali disturbi sono preceduti da comportamenti sessuali a rischio.Ma, come si è visto, nella maggior parte dei casi queste malattie hanno un andamento subdolo: i primi sintomi appaiono dopo giorni o settimane dall'aver contratto l'infezione, spesso sono molto modesti o addirittura assenti; talvolta, soprattutto in caso di rapporti occasionali, il partner sa di essere ammalato, ma tace sulla sua condizione.Per molte altre malattie, di origine virale, le numerose terapie proposte a tutt'oggi non riescono a guarire il soggetto ammalato, ma al più possono alleviare o rimuovere i sintomi oppure rallentare il decorso della malattia.
Se ne deduce che il miglior rimedio per le malattie sessualemte trasmissibili è costituito dal cercare di non farsi contagiare; il numero dei partner sessuali, la frequenza dei rapporti sessuali sono da considerare i principali fattori di rischio.
Autore: Redazione Medicina33.com
Alcuni microrganismi, come il Gonococco, la Chlamydia, i Micoplasmi, la Gardnerella, non si limitano a infettare i genitali esterni, ma risalgono le vie genitali, provocando nell'uomo infezioni delle vescichette seminali, della prostata, dell'epididimo e dei testicoli, e nella donna infezioni dell'utero, delle tube, delle ovaie;in entrambi i sessi l'infezione spesso colpisce anche le basse vie urinarie. Disturbi nell'emissione dell'urina come bruciori, frequente necessità di urinare anche di notte, minzione urente, febbre, ingrossamento e dolorabilità dei linfonodi inguinali, arrossamento dei genitali esterni, prurito localizzato o diffuso a tutti i genitali esterni, dolori addominali, anche modesti, emissione dall'uretra maschile o presenza nella vagina di perdite bianco-giallastre, cremose o schiumose, talvolta, ma non sempre, associati a febbre e malessere generale debbono indurre a rivolgersi con sollecitudine a un medico. più precocemente si riconosce l'esistenza dell'infezione e il microrganismo responsabile, più tempestivo sarà il trattamento e minori saranno le conseguenze dannose per l'organismo.L'uomo, a causa di una infezione trascurata, può diventare sterile perchè incapace di produrre spermatozoi se l'infezione ha colpito il testicolo, o incapace di produrre ed emettere un liquido seminale normale se l'infezione ha riguardato i canali e le ghiandole preposte a produrlo e convogliarlo all'esterno.
Nella donna, più esposta rispetto all'uomo ai rischi di una infezione trascurata, i germi possono risalire le vie genitali femminili per trasporto passivo, oppure in conseguenza di manovre strumentali mediche: circa il 12 per cento delle infezioni delle tube si verifica entro 4 settimane da un raschiamento uterino a scopo parato genitale non vengano mai sottovalutati, ne dal soggetto che ne è affetto ne dal medico a cui egli si rivolge, soprattutto se tali disturbi sono preceduti da comportamenti sessuali a rischio.Ma, come si è visto, nella maggior parte dei casi queste malattie hanno un andamento subdolo: i primi sintomi appaiono dopo giorni o settimane dall'aver contratto l'infezione, spesso sono molto modesti o addirittura assenti; talvolta, soprattutto in caso di rapporti occasionali, il partner sa di essere ammalato, ma tace sulla sua condizione.Per molte altre malattie, di origine virale, le numerose terapie proposte a tutt'oggi non riescono a guarire il soggetto ammalato, ma al più possono alleviare o rimuovere i sintomi oppure rallentare il decorso della malattia.
Se ne deduce che il miglior rimedio per le malattie sessualemte trasmissibili è costituito dal cercare di non farsi contagiare; il numero dei partner sessuali, la frequenza dei rapporti sessuali sono da considerare i principali fattori di rischio.
Autore: Redazione Medicina33.com