Sezione: Alimentazione

Quali sono i tipi di grassi da consumare in caso di ipercolesterolemia?

Per combattere una ipercolesterolemia bisogna in primo luogo determinare da dove proviene in base ai seguenti criteri:
• determinazione della quantità  di sostanze grasse assorbite quotidianamente;
• misura del peso corporeo;
• determinazione del metabolismo degli zuccheri con una prova dell' iperglicemia provocata;
• determinazione del quantitativo di assorbimento di sostanze alcooliche.
Al termine di questa inchiesta, l'ipercolesterolemia può essere definita come dipendente dai grassi, da un eccesso di peso, da una trasformazione degli zuccheri in grassi o dall'alcool. Il regime dietetico consigliato sarà evidentemente adattato a queste considerazioni secondo i seguenti principi generali:

• l'eccesso di peso deve essere combattuto in ogni caso; bisogna quindi riportare il peso a valori normali in base a una dieta bilanciata;

• una volta ottenuto un peso normale saranno di nuovo controllati i grassi del sangue: in molti casi si vedrà  con sorpresa il ritorno alla normalità  dei valori di colesterolo e di trigliceridi.

Per gli altri casi la terapia dovrà  essere calibratarazione di enzimi capaci di fondere l'armatura di fibrina che rappresenta lo scheletro del coagulo. Si tratta del processo di fibrinolisi, processo che agisce in genere con ritardo e con lentezza per cui non può essere attivo che su piccoli coaguli e, in caso di una sofferenza di organi poco sensibili, a una mancanza prolungata di ossigeno. Anche le embolie sono assai renitenti ai processi riparatori messi in atto dal nostro organismo, specie in caso di embolo calcareo. In questa circostanza ci troviamo di fronte a una situazione analoga a quella della trombosi: solo un piccolo embolo in una arteria deputata alla nutrizione di un territorio che tollera una prolungata mancanza d'ossigeno potrà  avere qualche beneficio dal processo di fibrinolisi a cui abbiamo precedentemente accennato.

Infine le emorragie risentono molto poco del processo di riparazione spontanea da parte dell'organismo: in questi casi solo un intervento terapeutico precoce e tempestivo potrà  recare qualche beneficio al soggetto colpito da un'emorragia arteriosclerotica.

Le ipercolesterolemie pure, senza aumento di altre sostanze grasse, sono le più gravi e precoci e investono arterie e tendini per cui è necessario un regime alimentare del tutto privo di grassi animali (burro, latte intero, lardo, ecc.): ma un organismo non può vivere senza grassi per cui questi devono essere sostituiti con altri prodotti. A questo proposito apriamo una parentesi per parlarvi delle due grandi varietà  di grassi, quelli che contengono idrogeno e quelli che ne sono privi: se ne parla molto, ma spesso con imprecisione. Le molecole di grassi animali sono generalmente saturate da atomi di idrogeno e sono questi i grassi ricchi di colesterolo e dannosi per le nostre arterie.

Bisogna allora ricorrere ai grassi privi di idrogeno per sostituire quelli animali nella dieta. Questi grassi, detti insaturi, sono di origine vegetale come l'olio di oliva. Ingeriti crudi o appena riscaldati essi forniscono al nostro organismo la quantità  di sostanze grasse necessarie nella dose di 70-80 g al giorno; inoltre sono dotati di uno spiccato potere ipocolesterolemizzante. Siccome non si può ragionevolmente chiedere a un soggetto malato di ipercolesterolemia di vivere senza grassi solidi, ecco apparire la margarina. Che cosa è la margarina? É un olio solidificato per l'aggiunta di grasso animale;ma in quanto olio solidificato anche la margarina è un grasso saturato di atomi di idrogeno.

Il risultato è allora quello di rimpiazzare i grassi saturi del burro con quelli della margarina e questo è altrettanto nocivo per le arterie. Molte margarine in commercio vengono presentate come vegetali al consumatore, perché fabbricate con oli vegetali, ma i modi industriali di fabbricazione tolgono loro ogni virtù anti-colesterolemizzante. Per questo sono stati studiati altri metodi di fabbricazione in grado di evitare la saturazione in atomi di idrogeno e tra questi ricordiamo l'emulsione, procedimento che fornisce margarine anti-colesterolemizzanti. Queste margarine possono essere riscaldate sino a 200 °C, ma non fritte, perché la frittura le denatura e fa perdere loro ogni efficacia. Dunque non utilizzate una margarina qualsiasi nella dieta; seguite sempre i consigli dietetici del medico piuttosto che quelli della pubblicità.



Autore: Redazione Medicina33.com