Quali sono gli indicatori statistici che indicano la qualità di vita?
L'espressione "qualità di vita" indica una serie di problemi caratteristici delle società più sviluppate. Nelle società arretrate, infatti, o in quelle che sono in via di sviluppo, la questione fondamentale è ancora quella della sopravvivenza o delle condizioni "sufficienti" alla vita. Una serie di indicatori statistici indica tradizionalmente le situazioni di questo tipo: eccone alcuni tra i più utilizzati.
L'approvvigionamento alimentare. Una insufficiente quantità di calorie introdotte giornalmente attraverso il cibo è la prima importante spia di una precaria situazione esistenziale. Attualmente si calcola che più di un terzo della popolazione mondiale non arrivi alle 1000 calorie quotidiane: ciò significa una condizione di sotto-nutrizione o di fame.
La mortalità perinatale. La percentuale dei bambini che muoiono nelle ultime settimane che precedono il parto e nella prima che lo segue rappresenta un indice attendibile sia delle condizioni di salute generali di un paese, sia della sua situazione igienica. Anche da questo punto di vista il divario tra i paesi industrializzati e quelli del terzo mondo è enorme: si va dai 10 decessi ogni 1000 nascite delle regioni scandinave (in Italia la stessa percentuale è oggi attorno al 15 per mille) fino a oltre il 10 per cento di decessi nei paesi più arretrati.
La lunghezza media della vita.É probabilmente il dato più eloquente. Lo sviluppo economico-sociale ha determinato, almeno nelle sue fasi iniziali, un allungamento della vita-media: mentre nei paesi più industrializzati del mondo la vita-media sta ormai al di là dei 72 anni, in molte aree arretrate gli esseri umani non superano i 55 anni.
Il rapporto tra medici e popolazione totale. Altri dati statistici di tipo sanitario sono significativi. In particolare il rapporto numerico tra medici e popolazione e la quantità di vittime provocate da malattie infettive sono dati indicativi di problemi di salute pubblica che i paesi evoluti hanno risolto da tempo, ma che sono tuttora aperti con conseguenze drammatiche altrove.
II problema della terza età . Tipica dei problemi aperti invece nelle regioni industrializzate del mondo è la questione degli anziani. Lo straordinario allungamento della vita media e la contemporanea riduzione del tasso di natalità fa sì infatti che in molti paesi, Italia compresa, la quota degli individui che hanno oltrepassato i 65-70 anni sia sempre più alta. In questo periodo della vita (quello che viene genericamente indicato anche come "terza età ") si pongono d'altra parte problemi del tutto nuovi, sia sotto il profilo fisico che psicologico. Dal punto di vista biologico il fatto di vivere tanto a lungo non coincide quasi mai con il fatto di possedere una buona salute... L'incidenza percentuale e la gravita di molti disturbi cronici (dalle malattie di cuore all'artrosi, tanto per citare i più frequenti) sono molto alte durante la terza età : senza adeguate misure di prevenzione e di cura molti anziani rischiano di trascorrere lunghi anni con una potenzialità fisica molto ridotta.
Dal punto di vista psicologico, il duplice distacco dall'attualità produttiva e dal contesto familiare rischiano di demotivare gli anziani e di diminuire vistosamente in loro ogni impulso vitale.
Il problema ecologico. Un altro capitolo aperto nel discorso complessivo sulla qualità di vita è quello che viene definito come "il problema ecologico". L'incidente della centrale nucleare di Chernobyl, nella Russia europea, dell'aprile 1986, ha messo in evidenza durante gli ultimi anni soprattutto i rischi collegati a eventuali incidenti nucleari: ma il problema ecologico è molto più vasto... La salvaguardia di specie animali e di ambienti naturali minacciati dallo sviluppo industriale; la lotta contro l'inquinamento atmosferico, delle acque e dei terreni; la salvaguardia delle risorse energetiche e alimentari che, sottoposte a uno sfruttamento selvaggio, rischiano di esaurirsi; la salvaguardia di spazi verdi all'interno delle grandi aree urbane e comunque di uno stretto rapporto, anche all'interno delle aree industrializzate, tra uomo e natura: ecco come si articola il problema ecologico.
La crescente sensibilizzazione di fronte a questi temi sia a livello di opinione pubblica che di 'movimenti' o di interventi politici costituisce una delle più importanti testimonianze di come la questione della qualità della vita, cioè di uno sviluppo economico-sociale non contraddittorio alle esigenze fondamentali dell'umanità , sia di grande attualità nel nostro tempo.
Autore: Redazione Medicina33.com
L'approvvigionamento alimentare. Una insufficiente quantità di calorie introdotte giornalmente attraverso il cibo è la prima importante spia di una precaria situazione esistenziale. Attualmente si calcola che più di un terzo della popolazione mondiale non arrivi alle 1000 calorie quotidiane: ciò significa una condizione di sotto-nutrizione o di fame.
La mortalità perinatale. La percentuale dei bambini che muoiono nelle ultime settimane che precedono il parto e nella prima che lo segue rappresenta un indice attendibile sia delle condizioni di salute generali di un paese, sia della sua situazione igienica. Anche da questo punto di vista il divario tra i paesi industrializzati e quelli del terzo mondo è enorme: si va dai 10 decessi ogni 1000 nascite delle regioni scandinave (in Italia la stessa percentuale è oggi attorno al 15 per mille) fino a oltre il 10 per cento di decessi nei paesi più arretrati.
La lunghezza media della vita.É probabilmente il dato più eloquente. Lo sviluppo economico-sociale ha determinato, almeno nelle sue fasi iniziali, un allungamento della vita-media: mentre nei paesi più industrializzati del mondo la vita-media sta ormai al di là dei 72 anni, in molte aree arretrate gli esseri umani non superano i 55 anni.
Il rapporto tra medici e popolazione totale. Altri dati statistici di tipo sanitario sono significativi. In particolare il rapporto numerico tra medici e popolazione e la quantità di vittime provocate da malattie infettive sono dati indicativi di problemi di salute pubblica che i paesi evoluti hanno risolto da tempo, ma che sono tuttora aperti con conseguenze drammatiche altrove.
II problema della terza età . Tipica dei problemi aperti invece nelle regioni industrializzate del mondo è la questione degli anziani. Lo straordinario allungamento della vita media e la contemporanea riduzione del tasso di natalità fa sì infatti che in molti paesi, Italia compresa, la quota degli individui che hanno oltrepassato i 65-70 anni sia sempre più alta. In questo periodo della vita (quello che viene genericamente indicato anche come "terza età ") si pongono d'altra parte problemi del tutto nuovi, sia sotto il profilo fisico che psicologico. Dal punto di vista biologico il fatto di vivere tanto a lungo non coincide quasi mai con il fatto di possedere una buona salute... L'incidenza percentuale e la gravita di molti disturbi cronici (dalle malattie di cuore all'artrosi, tanto per citare i più frequenti) sono molto alte durante la terza età : senza adeguate misure di prevenzione e di cura molti anziani rischiano di trascorrere lunghi anni con una potenzialità fisica molto ridotta.
Dal punto di vista psicologico, il duplice distacco dall'attualità produttiva e dal contesto familiare rischiano di demotivare gli anziani e di diminuire vistosamente in loro ogni impulso vitale.
Il problema ecologico. Un altro capitolo aperto nel discorso complessivo sulla qualità di vita è quello che viene definito come "il problema ecologico". L'incidente della centrale nucleare di Chernobyl, nella Russia europea, dell'aprile 1986, ha messo in evidenza durante gli ultimi anni soprattutto i rischi collegati a eventuali incidenti nucleari: ma il problema ecologico è molto più vasto... La salvaguardia di specie animali e di ambienti naturali minacciati dallo sviluppo industriale; la lotta contro l'inquinamento atmosferico, delle acque e dei terreni; la salvaguardia delle risorse energetiche e alimentari che, sottoposte a uno sfruttamento selvaggio, rischiano di esaurirsi; la salvaguardia di spazi verdi all'interno delle grandi aree urbane e comunque di uno stretto rapporto, anche all'interno delle aree industrializzate, tra uomo e natura: ecco come si articola il problema ecologico.
La crescente sensibilizzazione di fronte a questi temi sia a livello di opinione pubblica che di 'movimenti' o di interventi politici costituisce una delle più importanti testimonianze di come la questione della qualità della vita, cioè di uno sviluppo economico-sociale non contraddittorio alle esigenze fondamentali dell'umanità , sia di grande attualità nel nostro tempo.
Autore: Redazione Medicina33.com