Sezione: Alcolismo

Quali sono gli effetti nocivi dell' alcol? Quali sono le motivazioni che spingono l'individuo all'assunzione eccessiva ed incontrollata di sostanze alcooliche?

Col termine alcoolismo si indicavano fino ad epoca recente le conseguenze morbose, sia di carattere fisico che psichico, derivanti dalla intossicazione alcoolica. Di recente però l'interesse degli studiosi si è spostato più sugli aspetti tossicomaniacali del fenomeno, e cioè sui fattori di natura fisica, psichica ed ambientale che possono provocare nello individuo la spinta all'assunzione di eccessive quantità  di alcool . Oggi si tende a considerare l'alcool come una droga e quindi come una sostanza che induce a tossicomania. In effetti l'alcool possiede caratteristiche comuni con gli stupefacenti, infatti comporta:
  1. la modificazione delle condizioni fisiche e psichiche;
  2. uno stato di abnorme desiderio di assunzione (con tendenza ad aumentare sempre più le dosi);
  3. aumento progressivo della tolleranza;
  4. dipendenza psicofisica verso i suoi effetti;
  5. insorgenza della sindrome da astinenza nel caso di una soppressione brusca della assunzione.


Molto si è discusso e si discute circa il problema delle cause e delle motivazioni che spingono l'individuo all'assunzione eccessiva ed incontrollata di sostanze alcooliche. Le varie teorie enunciate In proposito, fanno capo a tre ordini di fattori:
fisiologici, psicologici e sociologici.

1) Le teorie fisiologiche sono state avanzate per dimostrare che l'alcolismo si sviluppa sulla base di una alterazione organica ereditaria o anche acquisita; fra queste le principali sono:


a) La teoria allergica, secondo cui prodotti intermedi del metabolismo dell'alcool produrrebbero una sensibilizzazione dell'organismo che richiederebbe sempre nuovi apporti di alcool per ricondurre le condizioni allo stato di equilibrio.


b) Vi è una teoria, quella genetotrofica, che sostiene la presenza nello alcoolista di un deficit enzimatico congenito che determina un'alterazione del metabolismo, per far correggere il quale sono necessarie sempre nuove assunzioni di alcool.


c) La teoria biodinamica ritiene che l'ansietà , gli stati di frustrazione e di tensione inducano la formazione di particolari sostanze simili ai mediatori chimici del S.N.C, (di cui si è parlato nel capitolo relativo alla droga). Tali sostanze indurrebbero un aggravamento degli stati di tensione e sarebbero inibite nella loro produzione, e quindi nei loro effetti, dall'assunzione di bevande alcooliche con conseguente ed apparente benessere psichico.


d) La teoria endocrina spiega il fenomeno con l'esistenza di una condizione, congenita od acquisita di ipoadrenocorticismo, ovvero la secrezione di pochi ormoni da parte delle ghiandole surrenali. Queste ghiandole si trovano a mò di cappuccio sopra i reni e la loro funzione è quella di secernere delle sostanze, dette appunto ormoni, che ci permettono di fronteggiare situazioni particolarmente emozionali o stressanti aumentando il battito cardiaco, cioè la frequenza, aumentando lo stato di veglia, il tono dei muscoli, le capacità  di vigilanza, la percezione dei suoni e via dicendo.
Nei soggetti in cui vi è una minor secrezione di queste sostanze gli effetti sopra descritti sono molto fugaci e transitori così che i soggetti non possono fronteggiare situazioni emozionali o stressanti e sono costretti, secondo una loro particolare visione ad assumere continuamente dosi di alcool per fronteggiare la vita quotidiana.

2) Secondo le teorie psicologiche nella struttura della personalità  degli alcoolisti vi sarebbero delle particolarità  che possono essere ritenute causa della tossicomania alcoolica. In seguito ad una serie di test mentali si è notato che gli alcoolisti presentavano tra loro caratteristiche comuni, quali passività , difficoltà  nella realizzazione di se stessi, incapacità  ad affrontare qualunque difficoltà 
con frequenti blocchi emotivi. Per gli psicanalisti l'alcool-mania, quale sintomo di nevrosi, va attribuita alla repressione di tendenze omosessuali, ad una fissazione del piacere sessuale a livello orale, a disturbi della capacità  di amare, a tendenze autopunitive od autodistruttive,

3) Le teorie sociologiche si rifanno invece alle varie situazioni ambientali, sociali e culturali, alle abitudini familiari ed alle consuetudini popolari; l' aumento dell'alcoolismo nel mondo moderno viene fatto derivare appunto da tali caratteristiche che portano l'individuo ad un tipo di vita particolare, in cui spiccano lo stress e la monotonia dei ritmi lavorativi, l'angoscia per la disperata ricerca di un più elevato livello sociale, tutte cause del determinarsi nell'individuo di condizioni favorevoli all'appetizione dell' alcool.


Dalla varietà  di tali teorie (nessuna delle quali è riuscita a dare una soluzione definitiva) appare chiaro che il problema va affrontato in molteplici direzioni, poiché molteplici sono i fattori che lo determinano, come i fattori fisiologici psicologici e sociali.
Come detto sopra, l'assunzione in grosse quantità  di alcoolici avviene molto spesso in soggetti che presentano una personalità  disturbata, in tali individui abbiamo situazioni di conflitto inferiore, che si associano ad un basso livello di tolleranza nei confronti della frustrazione ed ad una condizione di immaturità  e di scarso controllo dell'emotività , cose queste che conducono il soggetto ad un continuo stato d'ansia e di depressione. In queste persone dunque l'assumere alcool diventa spesso un metodo abituale per ritrovare, momentaneamente, una specie di equilibrio mentale. Questo causa nel soggetto uno stato di dipendenza nei confronti degli alcoolici. dai quali egli attende ogni volta il miracoloso effetto. Innescato tale meccanismo, il cammino verso l'alcoolismo è in gran parte percorso: il sopraggiungere infatti della dipendenza fisica dall'alcool rende difficilissimo il tentativo di staccarsi dall'abitudine dì bere. Per rendere ancora più chiaro questo discorso basterà  ricordare le differenze che esistono tra l'abitudine a bere e la vera e propria tossicomania secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità  (OMS).

L'abitudine è caratterizzata da:

  1. Desiderio, ma non necessità  di continuare ad assumere la sostanza, per il senso di aumentato benessere che essa produce.
  2. Scarsa o nessuna tendenza ad aumentare la dose,
  3. Un certo grado di dipendenza psichica dalla sostanza, ma assenza di dipendenza fisica e. conseguentemente. assenza di sindrome da astinenza
  4. Effetti dannosi, se presenti solo per l'individuo.

La tossicomania è caratterizzata da:

  1. Invincibile bisogno o desiderio di continuare ad assumere la sostanza e di procurarsela con tutti i mezzi,
  2. Tendenza ad aumentare le dosi.
  3. Dipendenza di tipo psicologico e talvolta fisico riguardo agli effetti della sostanza.
  4. Effetti dannosi per l'individuo e per la società ;

è chiaro quindi che l'alcoolismo è costituito dal passaggio con numerose fasi intermedie, dall'abitudine alla tossicomania; tappa successiva della trattazione saranno proprio questi passaggi.
Riportiamo ora alcuni casi clinici che sono tipici esempi di quanto finora detto.

Primo caso.

Dopo cinque anni dall'inizio di una relazione extraconiugale di cui la moglie è a conoscenza, e dopo aver cambiato numerose occupazioni, un uomo di 35 anni, padre di tre figli, con una situazione familiare evidentemente tesa comincia ad assumere bevande alcooliche in quantità  eccessive in seguito, generalmente, a liti con la moglie o semplicemente in momenti in cui si sente particolarmente depresso. Tale depressione viene appunto temporaneamente allontanata dall'effetto dell'alcool è esclusivamente per ottenere ciò che in un primo tempo, il paziente beve
in seguito però lo farà  per lenire il senso di astenia, di irrequietezza, solitudine e tristezza che interviene quando all'organismo manca da un po' di tempo l'alcool. Lentamente il paziente comincia ad assumere dosi di alcoolici sempre maggiori, mentre peggiore è via via il suo comportamento in famiglia: egli diventa impulsivo e violento con frequenti scatti d'ira immotivata. A dieci anni dall'inizio della rilevante assunzione di alcool, l'uomo lascia il lavoro a causa di un violento litigio con il principale, scompare per due giorni da casa, fino al momento del ricovero, quando appare ansioso, a volte terrorizzato e con allucinazioni.

Secondo Caso

Un altro caso è quello di uno scapolo di 35 anni che lavora come batterista in un locale notturno. Da quindici anni ha l'abitudine di bere in parte a causa della professione ed in parte per avere un aiuto nel superare problemi economici e di inserimento nel lavoro. A suo dire però bere gli consente di avere maggior lucidità  ed un risultato più soddisfacente quando lavora
Comincia ad assumere alcool generalmente a mezzogiorno, quando si alza continua tutto il pomeriggio fino all'inizio del lavoro. Quattro giorni prima di essere ricoverato ha un incidente d'auto per cui viene trattenuto in osservazione in ospedale;
durante la notte è colto da uno stato di agitazione psicomotoria con tremori agli arti, appare angosciato, terrorizzato da animali inesistenti che, gridando, tenta invano di scacciare dal proprio letto: non riesce a stabilire un rapporto comunicativo con chi lo circonda. Presenta inoltre febbre alta, battito cardiaco accelerato, sudorazione abbondante e segni di un incipiente collasso cardiocircolatorio.

Terzo caso

Un paziente di 50 anni sposato, padre di cinque figli, giunge all'osservazione psichiatrica, accompagnato dalla polizia, dopo che ha tentato di uccidere la moglie con un coltello II colloquio con lui mette in luce un delirio di gelosia nei confronti della moglie accusata dì molteplici ed inverosimili infedeltà . Tale paziente da venti anni assumeva grosse quantità  di vino e negli ultimi anni è stato ricoverato tre volte in ambiente psichiatrico per disturbi al comportamento dovuti alla intossicazione da alcool.

Autore: Redazione Medicina33.com