Medicamenti in gravidanza e allattamento.
La placenta è la membrana che separa durante il periodo della gravidanza l'organismo del nascituro da quello della madre, viene facilmente attraversata dalla maggior parte dei farmaci, che esercitano in questo modo i loro effetti - quando vengono assunti da una gestante - anche sul prodotto del concepimento. Le strutture biologiche di quest'ultimo, siccome sono molto più delicate di quelle di un adulto, risentono spesso in maniera particolarmente accentuata dell'azione dei farmaci, che per questo motivo dovrebbero essere presi, durante la gravidanza, solo in caso di reale necessità , e comunque sempre sotto stretto controllo del medico.
Durante le prime due settimane di gestazione i farmaci possono provocare effetti sul prodotto del concepimento secondo un meccanismo detto del tutto o nulla: data la rapida moltiplicazione cellulare non caratterizzata da significative differenziazioni, se viene danneggiata la maggior parte delle cellule si ha la morte dell'embrione, mentre se la quantità di cellule lesionate è bassa si instaurano meccanismi compensativi che scongiurano conseguenze rilevanti. Tra la secondo e la dodicesima settimana, invece, la profonda differenziazione in organi e tessuti che accompagna l'accrescimento rende l'embrione suscettibile di malformazioni in seguito all'azione - detta teratogena - esercitata da alcuni medicinali; altre strutture, che continuano a differenziarsi anche oltre questa fase - è il caso del sistema nervoso, che si sviluppa fino all'ultimo periodo della gestazione , risentono degli effetti dei medicinali anche nelle settimane successive allo dodicesimo.
Pochi sono i medicinali dei quali è certa l'azione lesiva sul prodotto del concepimento: tra questi possono essere ricordati il cortisone, alcuni vaccini a base di germi vivi o attenuati e diversi medicinali contro il vomito. Assai più numerosi sono invece i medicinali la cui azione teratogena o comunque tossica per il feto è sospetta, anche se non accertata: alcuni antibiotici. sulfamidici e diuretici, l'acido acetilsalicilico (o aspirina) e farmaci ad azione simile, alcuni sedativi della tosse, alcuni antidepressivi, le vitamine A e D in forti dosi. Nella maggior parte dei casi i farmaci sono:anche in grado dଠpassare nel latte materno, potendo così essere assorbiti dal bambino allattato al seno se vengono assunti dalla madre. Se assunti in quantità esagerate dalla madre, inoltre, anche l'alcol, la caffeina e la nicotina possono risultare nocivi per il lattante i medicamenti ad azione anticoagulante - tra questi l'acido acetilsalicilico - possono poi causare emorragie protratte in occasione del parto e per questo motivo non vanno assunti nell'ultimo periodo della gravidanza.
Autore: Redazione Medicina33.com
Durante le prime due settimane di gestazione i farmaci possono provocare effetti sul prodotto del concepimento secondo un meccanismo detto del tutto o nulla: data la rapida moltiplicazione cellulare non caratterizzata da significative differenziazioni, se viene danneggiata la maggior parte delle cellule si ha la morte dell'embrione, mentre se la quantità di cellule lesionate è bassa si instaurano meccanismi compensativi che scongiurano conseguenze rilevanti. Tra la secondo e la dodicesima settimana, invece, la profonda differenziazione in organi e tessuti che accompagna l'accrescimento rende l'embrione suscettibile di malformazioni in seguito all'azione - detta teratogena - esercitata da alcuni medicinali; altre strutture, che continuano a differenziarsi anche oltre questa fase - è il caso del sistema nervoso, che si sviluppa fino all'ultimo periodo della gestazione , risentono degli effetti dei medicinali anche nelle settimane successive allo dodicesimo.
Pochi sono i medicinali dei quali è certa l'azione lesiva sul prodotto del concepimento: tra questi possono essere ricordati il cortisone, alcuni vaccini a base di germi vivi o attenuati e diversi medicinali contro il vomito. Assai più numerosi sono invece i medicinali la cui azione teratogena o comunque tossica per il feto è sospetta, anche se non accertata: alcuni antibiotici. sulfamidici e diuretici, l'acido acetilsalicilico (o aspirina) e farmaci ad azione simile, alcuni sedativi della tosse, alcuni antidepressivi, le vitamine A e D in forti dosi. Nella maggior parte dei casi i farmaci sono:anche in grado dଠpassare nel latte materno, potendo così essere assorbiti dal bambino allattato al seno se vengono assunti dalla madre. Se assunti in quantità esagerate dalla madre, inoltre, anche l'alcol, la caffeina e la nicotina possono risultare nocivi per il lattante i medicamenti ad azione anticoagulante - tra questi l'acido acetilsalicilico - possono poi causare emorragie protratte in occasione del parto e per questo motivo non vanno assunti nell'ultimo periodo della gravidanza.
Autore: Redazione Medicina33.com