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Mangimi, filiera europea ancora più sostenibile grazie a tre nuovi schemi di soia responsabile

Mangimi, filiera europea ancora più sostenibile grazie a tre nuovi schemi di soia responsabile

Roma, 10 novembre – Prosegue l’impegno dell’industria mangimistica europea a favore della sostenibilità. Altri tre schemi che offrono prodotti di soia responsabile al mercato europeo dei mangimi hanno infatti superato con successo il processo di benchmarking indipendente delle Linee guida FEFAC Soy Sourcing 2021. Dunque, cresce fino a quindici il numero totale di schemi di soia responsabile conformi alle linee guida.

I nuovi schemi, Bunge Pro-S, l’italiano CSQA-DTP 112 e USSEC SSAP contribuiranno a produrre una soia coltivata su terreni che non hanno avuto una conversione, illegale o legale, di ecosistemi naturali. Tramite le associazioni aderenti a Fefac, tra cui ASSALZOO - Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici, il comparto sta dando un contributo sempre più attivo per completare la transizione verso un sistema produttivo sostenibile e quanto più possibile rispettoso dell’ambiente.

Le Linee Guida per l’approvvigionamento di soia sostenibile, approvate per la prima volta nel 2015, definiscono un sistema indipendente con cui valutare singoli standard rispetto a criteri di riferimento relativi alla sostenibilità, intesa non solo nella sua dimensione ambientale ma anche sociale. Nel 2020 l’azione della mangimistica europea per incrementare il profilo di sostenibilità del settore agro-alimentare-zootecnico ha segnato una tappa importante con l’adozione della Carta per la Sostenibilità dei mangimi. Ora, nel solco di questo provvedimento, vengono invece implementati gli strumenti a disposizione dei produttori di soia.

La produzione di soia conforme ai parametri previsti da questi standard rappresenta quasi il 50% di tutta la soia utilizzata nell’industria mangimistica europea. L’obiettivo è incrementare questa quota e permettere all’intera filiera di valorizzare la sostenibilità, a beneficio di tutti gli operatori e portatori di interesse. Va inoltre ricordato che già il 78% della soia utilizzata nell’Unione Europea arriva da luoghi non a rischio deforestazione e che l’Italia è uno dei principali produttori europei di soia sostenibile.

“L’industria mangimistica italiana è impegnata da tempo ad aumentare la sostenibilità della produzione, in uno sforzo condiviso da tutti gli altri soggetti attivi lungo la filiera agroalimentare e zootecnica”, ricorda Lea Pallaroni, Segretario Generale ASSALZOO. “L’approvazione di altri tre schemi, che ASSALZOO recepisce e promuove, rappresentano uno strumento essenziale per continuare su questa strada in linea con il nuovo corso della politica europea. Infatti, in vista dell'annunciata proposta della Commissione europea di catene di approvvigionamento prive di deforestazione e dell'impegno della COP26 nel porre la fine alla deforestazione entro il 2030, abbiamo dimostrato che la filiera della soia è pronta a fornire alla mangimistica un prodotto realizzato in maniera responsabile e senza conversione”, conclude Pallaroni.



Autore: Redazione Medicina33.com