Sezione: Bocca e lingua

La temperatura ideale di un ambiente riscaldato non deve superare i 22 gradi per evitare sbalzi termici dannosi.

Esistono diverse tecniche e modalità  per aumentare la temperatura degli ambienti interni durante la stagione fredda. Il modo più semplice e antico è quello di bruciare combustibile direttamente nel locale da riscaldare. Il combustibile può essere costituito da legna, carbone, gas di città , metano, gasolio etc. e solitamente viene bruciato in camini o stufe. In questo caso l'effetto viene ottenuto in parte per irraggiamento e in parte per convezione.L'irraggiamento consiste nella trasmissione di radiazioni di calore direttamente dalla fonte attraverso i raggi infrarossi. Questo tipo di diffusione del calore è tipico delle stufe elettriche che portano a incandescenza una resistenza.Negli altri casi la diffusione avviene prevalentemente per convezione, processo per il quale gli strati di aria a contatto della fonte di calore si riscaldano e tendono a salire, allontanandosi dalla fonte; vengono così sostituiti dagli strati di aria fredda. Per aumentare l'efficienza della convezione, possono essere adoperati apparecchi per la movimentazione meccanica dell'aria (ventole o dispositivi analoghi).

Altri sistemi di riscaldamento bruciano del combustibile in una caldaia, producendo aria o acqua calda che, per mezzo di un sistema di canalizzazione, vengono convogliate negli ambienti da riscaldare: si tratta dei sistemi di termoventilazione e di quelli che utilizzano i termosifoni o radiatori.Tutti questi impianti, elevando la temperatura degli ambienti, provocano una diminuzione dell'umidità  relativa (il cui giusto grado dovrebbe essere intorno al 60%) e hanno quindi il difetto di rendere l'ambiente troppo secco, favorendo le affezioni delle prime vie respiratorie e la secchezza delle fauci (naso, laringe, gola). Per rimediare a questo inconveniente si usano vari sistemi di umidificazione: i più semplici sono contenitori di acqua posti nelle vicinanze delle fonti di calore, in modo da favorire l'evaporazione.Sistemi più complessi di riscaldamento sono costituiti dagli impianti di condizionamento, che prevedono anche la filtrazione e l'umidificazione dell'aria esterna prima dell'immissione negli ambienti attraverso un sistema di canalizzazione. É necessaria la sostituzione periodica dei filtri.

L'aria di una stanza tenuta a lungo chiusa non presenta particolari carenze di ossigeno e non è apprezzabile l'aumento della percentuale di anidride carbonica, a meno che il locale sia molto piccolo o molto affollato. Tuttavia, le persone che vi si trovano hanno una sgradevole sensazione di aria viziata. La ragione sembra doversi ricercare nel ristagno delle esalazioni di materiale organico presente per vari motivi e delle traspirazioni provenienti dal corpo umano; l'aria è più viziata in presenza di odori stagnanti di cibo e di fumo di sigaretta. É quindi consigliabile aprire periodicamente le finestre per dare ventilazione alla stanza, anche nel periodo invernale, a meno che il ricambio d'aria sia garantito in altra maniera (impianto, di condizionamento).

La temperatura ideale di un ambiente riscaldato non deve superare i 22 gradi:temperature più alte, oltre ad aumentare i consumi di combustibile e di energia, hanno come conseguenza il drastico abbassamento dell'umidità  relativa ed espongono le persone a sbalzi termici dannosi. Analogamente, gli impianti di condizionamento che funzionano durante l'estate per mantenere freschi gli ambienti vanno regolati in modo che tra esterno e interno non vi sia una eccessiva differenza di temperatura (non dovrebbe superare gli 8-10 gradi).

Autore: Redazione Medicina33.com