La disinfezione è praticata con l'uso di agenti chimici per l'uccisione dei microrganismi patogeni
La disinfezione consiste nell' uccisione dei microrganismi patogeni (portatori cioè di malattie) e delle loro spore (Germi) al di fuori dell'organismo, sia sulla superficie corporea, sia su materiali e oggetti o negli ambienti. La disinfezione può essere attuata con diversi mezzi, alcuni dei quali fisici, altri chimici. Tra quelli fisici uno dei più comuni è il calore, che può essere impiegato anche in casa per sterilizzare vari oggetti: a questo scopo si può utilizzare un forno (occorre un'ora a 150 gradi per avere una buona disinfezione) o, meglio, ricorrere alla bollitura in acqua (sono sufficienti 10 minuti circa per disinfettare stoviglie, posate, siringhe, biancheria, capi in lino, cotone, canapa; la lana non può essere trattata in questo modo perchè viene alterata dall'acqua bollente).
I più diffusi sistemi di disinfezione sono però quelli che prevedono l'uso di agenti chimici: prodotti ad azione battericida sono utilizzati ad esempio per sterilizzare la pelle, gli oggetti, le superfici domestiche e così via. I preparati contenenti sali di ammonio quaternario hanno ormai sostituito in questo uso l'alcol etilico denaturato, che - nonostante sia stato massicciamente impiegato in passato - non va considerato un buon disinfettante, specie per quanto riguarda il trattamento della cute lesa. Esso provoca infatti irritazione e bruciore, e, danneggiando le proteine della pelle, forma coaguli che creano tra l'altro un terreno favorevole proprio allo sviluppo dei germi; l'alcol non è provvisto inoltre di un elevato potere di penetrazione nei tessuti e non ha efficacia sulle spore. Su queste ultime risulta invece attiva l'acqua ossigenata a 12 volumi, valido disinfettante per il trattamento delle ferite e delle abrasioni, sulle quali esercita anche - grazie alla schiuma che produce - un'azione meccanica di pulizia. Sempre meno utilizzata per disinfettare le lesioni cutanee è la tintura di iodio, che, pur provvista della capacità di distruggere batteri, spore e virus e dotata di un buon potere di penetrazione, presenta gli inconvenienti di danneggiare i tessuti e macchiare la pelle. Prodotti frequentemente impiegati per la disinfezione cutanea sono invece quelli a base di argento proteinato, merbromina, clorexidina, eccetera.
I disinfettanti della pelle (che in alcuni casi sono utilizzabili anche per gli oggetti) sono in genere formulati in preparazioni liquide, da applicare sulla cute, direttamente oppure mediante garze (ne esistono alcune già imbevute con un germicida) o con cotone; quest'ultimo non va mai utilizzato sulle ferite, sulle quali può lasciare fibre che, tra l'altro, potrebbero favorire l'insorgenza del tetano.Soluzioni contenenti, con varia concentrazione, composti del doro sono impiegate, oltre che nella medicazione delle lesioni cutanee e nella sterilizzazione degli oggetti, anche nella disinfezione di ampie zone della pelle attraverso lavaggi, impacchi, pediluvi, e inoltre in quella degli alimenti (frutta e verdura, ad esempio), dell'acqua da bere, dei sanitari, della biancheria. Il loro impiego è particolarmente indicato nella sterilizzazione quotidiana di tutto il materiale che viene a contatto con i neonati (soprattutto biberon e tettarelle); un'operazione, questa, resa necessaria dalle scarse difese dei bambini rispetto ai germi e dalla loro conseguente esposizione alle infezioni. Uno dei più comuni tra questi composti del cloro, l'ipoclorito di sodio, è anche il principale costituente della candeggina; questa è infatti dotata di un buon potere disinfettante, utilizzabile soprattutto per la sterilizzazione della biancheria. Composti ad azione germicida sono inoltre contenuti, come conservanti, in numerosi prodotti alimentari, cosmetici, farmaceutici e così via. Sostanze di questo tipo sono presenti anche nei detergenti cutanei - soprattutto quelli per l'igiene intima nei deodoranti , nei dentifrici (Igiene orale ) e negli shampoo ; in tali prodotti queste sostanze vengono inserite spesso, oltre che per svolgere una funzione conservante, anche per conferire al preparato un'azione terapeutica o preventiva nei riguardi delle malattie o dei disturbi provocati dai germi. Alcuni disinfettanti sono contenuti infine in detersivi per la pulizia della casa (tipico è il liso formio).
Autore: Redazione Medicina33.com
I più diffusi sistemi di disinfezione sono però quelli che prevedono l'uso di agenti chimici: prodotti ad azione battericida sono utilizzati ad esempio per sterilizzare la pelle, gli oggetti, le superfici domestiche e così via. I preparati contenenti sali di ammonio quaternario hanno ormai sostituito in questo uso l'alcol etilico denaturato, che - nonostante sia stato massicciamente impiegato in passato - non va considerato un buon disinfettante, specie per quanto riguarda il trattamento della cute lesa. Esso provoca infatti irritazione e bruciore, e, danneggiando le proteine della pelle, forma coaguli che creano tra l'altro un terreno favorevole proprio allo sviluppo dei germi; l'alcol non è provvisto inoltre di un elevato potere di penetrazione nei tessuti e non ha efficacia sulle spore. Su queste ultime risulta invece attiva l'acqua ossigenata a 12 volumi, valido disinfettante per il trattamento delle ferite e delle abrasioni, sulle quali esercita anche - grazie alla schiuma che produce - un'azione meccanica di pulizia. Sempre meno utilizzata per disinfettare le lesioni cutanee è la tintura di iodio, che, pur provvista della capacità di distruggere batteri, spore e virus e dotata di un buon potere di penetrazione, presenta gli inconvenienti di danneggiare i tessuti e macchiare la pelle. Prodotti frequentemente impiegati per la disinfezione cutanea sono invece quelli a base di argento proteinato, merbromina, clorexidina, eccetera.
I disinfettanti della pelle (che in alcuni casi sono utilizzabili anche per gli oggetti) sono in genere formulati in preparazioni liquide, da applicare sulla cute, direttamente oppure mediante garze (ne esistono alcune già imbevute con un germicida) o con cotone; quest'ultimo non va mai utilizzato sulle ferite, sulle quali può lasciare fibre che, tra l'altro, potrebbero favorire l'insorgenza del tetano.Soluzioni contenenti, con varia concentrazione, composti del doro sono impiegate, oltre che nella medicazione delle lesioni cutanee e nella sterilizzazione degli oggetti, anche nella disinfezione di ampie zone della pelle attraverso lavaggi, impacchi, pediluvi, e inoltre in quella degli alimenti (frutta e verdura, ad esempio), dell'acqua da bere, dei sanitari, della biancheria. Il loro impiego è particolarmente indicato nella sterilizzazione quotidiana di tutto il materiale che viene a contatto con i neonati (soprattutto biberon e tettarelle); un'operazione, questa, resa necessaria dalle scarse difese dei bambini rispetto ai germi e dalla loro conseguente esposizione alle infezioni. Uno dei più comuni tra questi composti del cloro, l'ipoclorito di sodio, è anche il principale costituente della candeggina; questa è infatti dotata di un buon potere disinfettante, utilizzabile soprattutto per la sterilizzazione della biancheria. Composti ad azione germicida sono inoltre contenuti, come conservanti, in numerosi prodotti alimentari, cosmetici, farmaceutici e così via. Sostanze di questo tipo sono presenti anche nei detergenti cutanei - soprattutto quelli per l'igiene intima nei deodoranti , nei dentifrici (Igiene orale ) e negli shampoo ; in tali prodotti queste sostanze vengono inserite spesso, oltre che per svolgere una funzione conservante, anche per conferire al preparato un'azione terapeutica o preventiva nei riguardi delle malattie o dei disturbi provocati dai germi. Alcuni disinfettanti sono contenuti infine in detersivi per la pulizia della casa (tipico è il liso formio).
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