Sezione: Dermatologia

La dermatite da contatto industriale è frequente specialmente in associazione con l'esposizione a cromato, nichel, trementina, vernice, varie resine (specialmente le eporesine) e antiossidanti

Le dermatiti da contatto sono oggi tra le malattie più diffuse nelle moderne società  industrializzate. L'evoluzione tecnica, il sempre più largo impiego di materiali sintetici e, soprattutto, , la crescente diffusione del benessere e l'espansione dei consumi hanno moltiplicato nella società  moderna le occasioni di contatti sensibilizzanti: non soltanto gli operai, gli artigiani, itecnici, ma anche gli impiegati, i professionisti, le casalinghe, ecc. risultano sempre più frequentemente colpiti.
La forma più comune di dermatite da contatto (DAEC) esprime clinicamente una reazione di ipersensibilità  ritardala (distinta cioè da quella immediata che caratterizza una patologia cutanea di tipo orticarioide) in cui l'organo bersaglio è la pelle e la risposta infiammatoria è prodotta dall'applicazione di un agente sensibilizzante sulla superficie cutanea.

Vi sono molte cause di dermatite allergica da contatto: praticamente tutto ciò con cui si viene a contatto (nel lavoro, negli svaghi, nella normale vita di ogni giorno, in ogni luogo e in ogni stagione) può provocare sensibilizzazione in maggiore o in minor misura negli individui predisposti. Rientrano tra i possibili agenti sensibilizzanti: gli oggetti di abbigliamento (tessuti di origine animale, vegetale o sintetica, pellicce, cuoio, nonchà© le tinture e i prodotti per la mordenzatura, il finissaggio o altri trattamenti speciali), molte specie di piante e i loro frutti, fiori e foglie.La dermatite da contatto industriale è frequente specialmente in associazione con l'esposizione a cromato, nichel, trementina, vernice, varie resine (specialmente le eporesine) e antiossidanti. Contadini, veterinari e personale medico presentano anch'essi un'elevata incidenza di reazioni da contatto. Gioielleria e cosmetici costituiscono frequente causa di dermatite allergica da contatto non industriale. Vanno ricordate, infine, le diverse sostanze terapeutiche (con le quali possono venire a contatto i pazienti, il personale sanitario o i lavoratori addetti alla loro produzione).

Test cutanei positivi (patch test) possono essere ottenuti in molti di questi pazienti.La DAEC è caratterizzata nella fase acuta da eritema, edema e vescicolazione. Nella fase cronica si evidenzia un ispessimento della cute, presenza di squamo-croste, lichenificazione. I sintomi più importanti sono prurito e senso di bruciore.La distribuzione delle lesioni rispecchia strettamente il tipo di esposizione, tuttavia può manifestarsi un'infiammazione in aree lontane di cute se l'antigene è ampiamente distribuito. Lo spessore dell'epitelio corneificato delle palme e delle piante impedisce la penetrazione dell'agente sensibilizzante e queste aree tendono quindi a essere risparmiate; le palpebre e la regione genitale, che posseggono un tegumento relativamentesottile, costituiscono invece punti straordinariamente suscettibili alla malattia.Fattori condizionanti e favorenti debbono essere considerati:
• l'intensità , la durata, la frequenza di esposizione della cute agli allergeni;
• il grado di sensibilità  allergica individuale del paziente;
• l'eventuale presenza di infezioni, infiammazioni, ustioni o eczematizzazione a carico della cute interessata;
• I fattori meccanici, quali la pressione o la frizione, che possono aumentare l'intimità  e l'intensità  del contatto;
• la sudorazione abbondante, che può sciogliere determinate sostanze allergizzanti;
• l'età  dei pazienti (si è riscontrato spesso una maggior disposizione ad ammalarsi nei soggetti adulti).Nell'induzione della sensibilità  cutanea da contatto vi è un periodo di latenza di almeno 4-5 giorni fra esposizione primaria e comparsa della reattività  immunologica. Una reazione locale che compare dopo un più breve intervallo di tempo può essere dovuta a una precedente sensibilizzazione. Dopo un periodo di latenza la sede dell'esposizione primaria può andare incontro a infiammazione. L'esposizione a deboli agenti sensibilizzanti può continuare per mesi o anche per anni prima che compaiano le lesioni allergiche. Una volta che la sensibilizzazione si è manifestata essa persiste per molti anni.

La diagnosi di dermatite allergica da contatto si basa su una rigorosa anamnesi che indaghi su tutti gli avvenimenti abituali od occasionali della recente vita domestica, lavorativa e sociale del paziente,, su un'accurata valutazione clinica delle manifestazioni eczematose e su prove cutanee. In questo caso la cerottoreazione rappresenta un interessante mezzo diagnostico di emergenza. In merito all'interpretazione e al valore diagnostico della stessa si rimanda a un prossimo paragrafo. Per quanto riguarda la profilassi è evidente che Punico presidio valido sarebbe quello di evitare il contatto con le noxae patogene per prevenire sia l'insorgenza sia le recidive.Un interessante aspetto della profilassi delle dermatosi da contatto professionale è la selezione del personale da adibire a lavorazioni che espongono a qualche rischio. In questo senso risultati concreti e apprezzabili si potrebbero ottenere specialmente nel settore maggiormente interessato che è quello edilizio-cementiero.

Autore: Redazione Medicina33.com