L'instaurarsi di una scoliosi provoca un danno anatomico secondario delle vertebre.
La scoliosi è un'incurvatura della colonna vertebrale in senso antero-laterale. Visto in direzione antero-posteriore il rachide (colonna vertebrale) di un individuo normale si presenta perfettamente diritto; quando ciò non avviene si tratta sempre di una situazione patologica che viene appunto chiamata scoliosi. Con il termine di lordosi e di cifosi si sogliono indicare le curve rispettivamente a concavità posteriore (lordosi) che si trovano nel tratto cervicale e in quello lombare, e a concavità anteriore (cifosi) che, unica, si trova nel tratto dorsale.
La lordosi e la cifosi sono fisiologiche e possono divenire patologiche, mentre la scoliosi è sempre patologica. É bene fare una distinzione fra scoliosi funzionali e scoliosi organiche. Le prime sono vizi di atteggiamento della colonna vertebrale, anatomicamente integra, come conseguenza di alterate condizioni statiche (accorciamento di un arto inferiore) o di contratture muscolari antalgiche (come nelle rachialgie). Nelle seconde invece l'alterazione è primitivamente localizzata alla colonna vertebrale, alle sue articolazioni o legamenti o ai muscoli paravertebrali. Queste forme organiche possono essere congenite (irregolare forma di una vertebra, fusione fra due vertebre) o acquisite (idiopatiche, paralitiche, miopatiche, osteopatiche in seguito a osteomalacia, spondilite tubercolare, frattura e tumori vertebrali).
Quali sono gli effetti della scoliosi?
L'instaurarsi di una scoliosi provoca un danno anatomico secondario delle vertebre, che si schiacciano e si deformano, mentre alla curva scoliotica primitiva se ne aggiungono altre di compenso, nel tentativo di mantenere l'asse di gravita del tronco. Contemporaneamente le vertebre vanno incontro ad un processo di rotazione e di torsione sull'asse longitudinale che altera la loro disposizione lungo il rachide.
Quali sono i rischi della scoliosi?
Le deformazioni più gravi sono in grado di ridurre la capacità respiratoria per compressione dei polmoni, o di complicarsi con lesioni del midollo spinale, che si manifestano con paraparesi e paraplegie. La correzione di una scoliosi è un delicato problema di ortopedia che richiede, a seconda del caso, interventi di vario tipo, al fine di arrestare , o far regredire , la deformazione del rachide.
Autore: Redazione Medicina33.com
La lordosi e la cifosi sono fisiologiche e possono divenire patologiche, mentre la scoliosi è sempre patologica. É bene fare una distinzione fra scoliosi funzionali e scoliosi organiche. Le prime sono vizi di atteggiamento della colonna vertebrale, anatomicamente integra, come conseguenza di alterate condizioni statiche (accorciamento di un arto inferiore) o di contratture muscolari antalgiche (come nelle rachialgie). Nelle seconde invece l'alterazione è primitivamente localizzata alla colonna vertebrale, alle sue articolazioni o legamenti o ai muscoli paravertebrali. Queste forme organiche possono essere congenite (irregolare forma di una vertebra, fusione fra due vertebre) o acquisite (idiopatiche, paralitiche, miopatiche, osteopatiche in seguito a osteomalacia, spondilite tubercolare, frattura e tumori vertebrali).
Quali sono gli effetti della scoliosi?
L'instaurarsi di una scoliosi provoca un danno anatomico secondario delle vertebre, che si schiacciano e si deformano, mentre alla curva scoliotica primitiva se ne aggiungono altre di compenso, nel tentativo di mantenere l'asse di gravita del tronco. Contemporaneamente le vertebre vanno incontro ad un processo di rotazione e di torsione sull'asse longitudinale che altera la loro disposizione lungo il rachide.
Quali sono i rischi della scoliosi?
Le deformazioni più gravi sono in grado di ridurre la capacità respiratoria per compressione dei polmoni, o di complicarsi con lesioni del midollo spinale, che si manifestano con paraparesi e paraplegie. La correzione di una scoliosi è un delicato problema di ortopedia che richiede, a seconda del caso, interventi di vario tipo, al fine di arrestare , o far regredire , la deformazione del rachide.
Autore: Redazione Medicina33.com