L'infettivologo Galli: AstraZeneca pericoloso come una Tac. Non possiamo fermarci
Professor Massimo Galli, direttore del reparto Malattie infettive dell'ospedale Sacco, cresce l'ansia sui vaccini. La gente non capisce se si corrono davvero rischi, accettando il siero AstraZeneca. Lei cosa ne pensa?
Rimediare alla crisi di fiducia innescata da questo polverone assurdo è difficilissimo. Ma è necessario e urgente".
Chi deve fare Astrazeneca? Solo chi ha più di 60 anni?
"Io non sconsiglio certo AstraZeneca. Sarebbe come se sconsigliassi di fare un esame radiologico con mezzo di contrasto iodato o con gadolinio in una situazione di necessità. Questo tipo di esame, dal punto di vista della letalità, è probabilmente più pericoloso rispetto al vaccino di cui stiamo parlando. E a nessuno verrebbe in mente di rifiutare una Tac quando serve, pur essendo noti alcuni rarissimi casi di reazioni importanti o addirittura decessi in rapporto a un milione di esami. Per il vaccino discorso è identico".
Quindi lei consiglia di fare questo vaccino, a prescindere dalle raccomandazioni di usarlo sopra una certa età.
"Quel che è certo, è che se non fai il vaccino, sei in pericolo tu e anche i tuoi vecchi, e le persone fragili per le quali rischi di poter essere un serbatoio o un trasmettitore del virus, del tutto innocente, ma reale, un portare della malattia causata dal Covid 19. E il rischio di trasmettere il virus ai più fragili, è molto, ma molto più alto, del rischio di trombosi del seno cavernoso".
A quanto pare però i casi di trombosi sospette si moltiplicano, sia su persone vaccinate con AstraZeneca, sia adesso anche con Johnson& Johnson.
"Questi casi assomigliano a una condizione nota come piastrinopenia, cioè una riduzione delle piastrine con trombosi, che capita in alcuni casi di persone trattate con eparina. Ci si chiede come mai succede, visto che l'eparina dovrebbe servire per lo scopo opposto? Succede perché l'eparina si lega con il pf4, fattore piastrinico 4, che nelle giovani donne produce anticorpi e questa cosa scatena forme di trombosi con attivazione delle piastrine".
Ma cosa c'entra col vaccino?
"Appunto. La somiglianza fra casi come questi e i casi delle giovani donne vaccinate che hanno avuto trombosi, ha fatto sì che si stia cominciando a ragionare su queste possibilità di correlazioni, considerando la prossimità del vaccino su queste persone. Ma la prova francamente non ce l'abbiamo. È più facile che saltino all'occhio problemi che hanno tutt'altra causa, guardando che cosa succede dal punto di vista clinico a milioni di persone che vengono vaccinate nello stesso momento".
Quindi bisogna andare avanti con la campagna vaccinale.
"Non possiamo permetterci il lusso di fermarci, né di rallentare. Ma era ovvio che si creasse il panico, con questo polverone che è stato scatenato. Non voglio fare dietrologie, ma visti questi fatti mi ritrovo ad avere una non bella sensazione".
Cioè?
"Non ho elementi, ma strano che succeda tutto questo per AstraZeneca che è il vaccino che costa meno, come per altro anche J&J, che costa poco più della metà degli altri farmaci. Comunque, ribadisco che i motivi della sospensione possono essere quelli della cautela, ma nel caso specifico questo viene spinto un po' troppo. Se è verosimile che negli Usa ci si fermi dato che sono in grado di produrre e utilizzare altri vaccini, noi in Europa abbiamo l'assoluta necessità di avere tanti vaccini".
Autore: Redazione Medicina33.com