L'ESERCIZIO FISICO COME PREVENZIONE E TRATTAMENTO DEL CARCINOMA MAMMARIO
L'attività fisica è uno strumento chiave nella prevenzione del tumore al seno, in particolare grazie alla sua capacità di ridurre i livelli di ormoni sessuali nelle donne. Uno studio condotto su un gruppo di sette donne in premenopausa, tutte considerate ad alto rischio di carcinoma mammario, ha evidenziato una riduzione significativa degli estrogeni (18,9%) e del progesterone (23,7%) a seguito di 300 minuti settimanali di esercizio fisico intenso.
L'obesità rappresenta un fattore di rischio rilevante per lo sviluppo del tumore al seno, soprattutto nelle donne in postmenopausa. L'eccesso di tessuto adiposo favorisce non solo lo sviluppo, ma anche la progressione della malattia. Recenti studi hanno dimostrato che le adipokine, molecole prodotte dal tessuto adiposo, svolgono un ruolo importante in questo processo, influenzando fattori come infiammazione, sensibilità all'insulina, metabolismo lipidico, appetito e bilancio energetico.
Tra queste molecole, la leptina, prodotta dal tessuto adiposo, è presente in livelli più elevati nei soggetti in sovrappeso o obesi. Studi dimostrano che la leptina promuove la crescita del carcinoma mammario attraverso l'attivazione delle vie di segnalazione degli estrogeni e dell'insulina. D'altro canto, l'adiponectina, un'altra molecola prodotta dal tessuto adiposo, ha livelli circolanti più bassi nei soggetti obesi, riducendo così il consumo energetico e aumentando il rischio di malattia.
Il dispendio energetico indotto dall'esercizio fisico contribuisce non solo alla perdita di peso, ma anche a una migliore regolazione della leptina e dell'adiponectina, fornendo così un ulteriore meccanismo protettivo contro il tumore al seno. In questo contesto, la pratica regolare di attività fisica, associata a una corretta gestione del peso corporeo, emerge come una delle strategie più efficaci nella prevenzione del carcinoma mammario, soprattutto nelle donne ad alto rischio.
Gli studi attuali rafforzano l’importanza dell’adozione di uno stile di vita sano, che includa una dieta equilibrata e un'attività fisica costante, per la riduzione del rischio di tumore al seno.
Uno studio ha analizzato l’impatto dell’attività fisica sulla sopravvivenza delle pazienti con carcinoma mammario metastatico nei diversi sottogruppi istologici:
I risultati evidenziano che l’attività fisica può influire in modo significativo sulla prognosi a seconda del tipo di tumore:
- Carcinoma metastatico con sovraespressione di HER2: la sopravvivenza è risultata di 33,4 mesi con attività leggera e di 52,7 mesi con attività moderata
- Tumori luminali: i tassi di sopravvivenza sono stati di 37,9 mesi per attività leggera, 40 mesi per attività moderata e 50,4 mesi per attività vigorosa.
- Tumori Triplo negativi: la sopravvivenza è stata inversamente proporzionale all'intensità dell'esercizio, con 20,2 mesi per attività leggera, 15,5 mesi per attività moderata e 10,4 mesi per attività vigorosa.
In generale, l'attività fisica riduce la mortalità complessiva del 18% e la mortalità specifica per cancro al seno del 27%. Questi dati sottolineano l'importanza di adattare l'attività fisica alle caratteristiche del tumore, per ottimizzare i benefici in termini di sopravvivenza.
È stato ampiamente dimostrato che diverse modalità di esercizio fisico offrono benefici significativi nella prevenzione e nel trattamento del cancro al seno. Questi benefici si estendono a varie forme di attività fisica, dalle più intense a quelle più dolci.
Esaminiamo degli esempi specifici:
1. Sollevamento pesi in donne con linfedema
In uno studio condotto su 141 sopravvissute al cancro al seno con linfedema correlato al trattamento (BCRL), le partecipanti sono state suddivise in due gruppi: un gruppo di controllo e un gruppo che ha partecipato a un programma di sollevamento pesi. Questo programma prevedeva due sessioni settimanali di 90 minuti, con tre serie di 10 ripetizioni per ciascun esercizio, per un totale di 13 settimane.
I risultati ottenuti dal gruppo di sollevamento pesi dopo 12 mesi hanno mostrato miglioramenti significativi, tra cui:
- Miglioramento nella composizione del tessuto del braccio nell’arto interessato
- Aumento della massa magra e della densità minerale ossea (BMD)
- Riduzione della percentuale di grasso, del volume e dei sintomi del linfedema
- Incremento della forza muscolare
- Riduzione della sarcopenia
L'allenamento con i pesi fornisce quindi benefici notevoli, sfidando i muscoli scheletrici con uno stress fisiologico controllato fino all'inizio della fatica muscolare. Questi risultati possono prevenire la compromissione funzionale e migliorare la qualità della vita delle donne affette da linfedema legato al cancro al seno.
2. Stretching
Uno studio condotto su topi con cancro al seno ha analizzato l'effetto dello stretching. Gli animali sono stati suddivisi in due gruppi: un gruppo di controllo e un gruppo sottoposto a stretching, nel quale i topi venivano sollevati per la coda fino a raggiungere un angolo di 45°, mantenuti in questa posizione per 10 minuti al giorno, per 4 settimane.
I risultati del gruppo stretching hanno evidenziato:
- Riduzione del peso corporeo del 3%
- Controllo significativo sulla crescita del tumore con una diminuzione del volume del 52%
- Aumento delle cellule T CD8+ con il recettore della morte programmata-1 (PD-1)
- Maggiore produzione dell’interleuchina-2 (IL-2) intracellulare da parte dei linfociti CD8+
- Aumento della produzione di risolvine D1 (RvD1) e D2 (RvD2).
Questi risultati suggeriscono che lo stretching non solo promuove l’immunità citotossica TH-1, ma è anche in grado di ripristinare la risposta immunitaria e controllare l'infiammazione
3. Allenamento ad alta intensità intervallato (HIIT)
Uno studio condotto su 44 donne in sovrappeso ha analizzato l'impatto di un programma di esercizio fisico della durata di 12 settimane, confrontando tre gruppi: uno che seguiva un regime HIIT, uno con allenamento continuo a intensità moderata (MICT) e un gruppo di controllo che continuava con la cura abituale, in donne ad alto rischio di cancro al seno.
Le donne che hanno partecipato al programma HIIT, caratterizzato da sessioni di esercizio di 33 minuti, hanno mostrato miglioramenti significativi in vari parametri, tra cui:
- Aumento della capacità aerobica, sia assoluta che relativa.
- Maggiore MET (Metabolic Equivalent of Task) di picco e tempo totale di esercizio.
Questi miglioramenti sono stati attribuiti a diversi adattamenti fisiologici che si sono verificati, tra cui:
- Miglioramenti nel muscolo scheletrico.
- Aumento della vascolarizzazione.
- Ottimizzazione della funzione miocardica
L'HIIT non solo determina miglioramenti cardiometabolici, ma mostra anche un potenziale terapeutico promettente contro il cancro al seno. Questi risultati suggeriscono che l'integrazione di HIIT nei programmi di esercizio per donne ad alto rischio potrebbe rappresentare una strategia efficace per la prevenzione e il trattamento della malattia.
4. Esercizio combinato
L'integrazione di diverse modalità di esercizio fisico, come l'allenamento di forza e l'attività aerobica, ha dimostrato di apportare numerosi benefici alle donne sopravvissute al cancro al seno.
In uno studio condotto su 60 donne, i partecipanti sono stati assegnati a due gruppi distinti:
- Gruppo sperimentale: ha seguito un programma di allenamento di forza due volte a settimana, per 60 minuti, per un periodo di 12 settimane. Inoltre, le partecipanti dovevano eseguire un allenamento aerobico a domicilio, seguendo le linee guida che prevedono un obiettivo di 10.000 passi al giorno.
- Gruppo di controllo: era richiesto di intraprendere solo i 10.000 passi al giorno, senza ulteriori programmi di allenamento.
Le donne del gruppo sperimentale che hanno partecipato al programma di esercizio combinato hanno mostrato miglioramenti significativi in vari aspetti della loro salute e del benessere, tra cui:
- Riduzione della fatica.
- Diminuzione di ansia e depressione.
- Miglioramento della composizione corporea, con diminuzione del grasso corporeo e aumento della massa magra.
- Miglioramento della qualità del sonno.
- Aumento della qualità della vita complessiva.
- Riduzione dei sintomi causati dal trattamento.
- Incremento del VO2max, indicatore della capacità aerobica.
- Aumento della flessibilità.
- Sviluppo della forza muscolare.
Questi risultati indicano che l'esercizio combinato non solo contrasta gli effetti collaterali associati al cancro al seno, ma contribuisce anche a un miglioramento complessivo del benessere fisico e mentale delle donne sopravvissute. Inoltre, l'associazione dell'HIIT con l'allenamento di forza o l'esercizio aerobico ha dimostrato di migliorare ulteriormente la qualità della vita, la forza muscolare e di presa, contribuendo alla stabilizzazione del peso corporeo e alla riduzione della fatica e del dolore legati al cancro.
5. Attività in acqua per soggetti con carcinoma mammario
L'attività fisica in acqua si rivela particolarmente benefica per le persone affette da carcinoma mammario, grazie alle specifiche proprietà fisiche dell'acqua. I vantaggi sono:
- Diminuzione della forza di gravità e degli stress meccanici: l'acqua riduce l'impatto delle forze gravitazionali sul corpo.
- Uso equilibrato dei muscoli agonisti e antagonisti: l'ambiente acquatico permette un'attivazione armonica dei muscoli, favorendo una migliore sinergia muscolare.
- Maggiore variabilità di stimoli esterocettivi e propriocettivi: l'acqua offre una stimolazione sensoriale diversificata, utile per migliorare la percezione del corpo nello spazio.
- Mobilizzazione precoce: l'acqua facilita il movimento, rendendo più semplice la riabilitazione e il recupero.
- Diminuzione della sintomatologia dolorosa: l'ambiente acquatico tende a ridurre il dolore grazie al supporto fornito dall'acqua.
- Stimolazione dell'apparato cardiocircolatorio: l'esercizio in acqua può migliorare la circolazione e la salute cardiaca.
- Effetti psicologici positivi: l'acqua ha un effetto calmante e rilassante, contribuendo al benessere psicologico.
- Esecuzione facilitata degli esercizi: l'acqua permette di eseguire movimenti che potrebbero risultare difficili o dolorosi a terra.
- Rilassamento generalizzato: il galleggiamento favorisce un rilassamento muscolare e mentale.
- Reinserimento in un ambiente socializzante: le attività in acqua possono facilitare l'interazione sociale e il supporto reciproco tra i partecipanti.
- Effetto rigenerativo: l'acqua può contribuire al recupero muscolare e al miglioramento della mobilità.
- Aumento della pressione intraddominale: questo può migliorare la stabilità del tronco e favorire l'equilibrio.
- Modulazione del lavoro: l'utilizzo di ausili consente di variare la velocità, l'ampiezza del gesto e l'altezza dell'acqua, adattando l'allenamento alle esigenze individuali.
In conclusione, l'attività fisica in acqua rappresenta un'importante strategia riabilitativa per le persone con carcinoma mammario, contribuendo non solo al miglioramento della condizione fisica, ma anche al benessere psicologico e sociale.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda ai soggetti affetti da carcinoma mammario di svolgere tra i 150 e i 300 minuti di attività fisica di moderata intensità settimanale, oppure tra i 75 e i 150 minuti di attività di intensità vigorosa, o combinazioni equivalenti delle due modalità.
È consigliabile iniziare con un'attività leggera per poi progredire verso esercizi di intensità moderata o vigorosa. È fondamentale includere attività di rinforzo muscolare ad intensità moderata o elevata, coinvolgendo tutti i principali gruppi muscolari per due o più giorni alla settimana, in quanto queste attività offrono ulteriori benefici per la salute.
Le raccomandazioni specificano che dovrebbero essere effettuate 2 serie di un esercizio specifico con 10 ripetizioni in forma corretta. È possibile aumentare il carico incrementando il numero di serie e ripetizioni. È essenziale raggiungere una mobilità sufficiente prima di procedere con il sollevamento di carichi pesanti. Inoltre, si suggerisce di adottare movimenti dinamici che enfatizzino l'attivazione muscolare come riscaldamento, piuttosto che limitarsi a un riscaldamento aerobico lineare.
L'esercizio fisico quindi offre numerosi vantaggi, tra cui:
- Prevenzione dei cambiamenti nella composizione corporea
- Aumento della massa muscolare
- Riduzione della mortalità per carcinoma mammario nelle donne in sovrappeso fino al 30%
- Regolazione degli estrogeni, del tessuto adiposo e del dispendio energetico
- Influenza positiva sui peptidi C, IGF-1 e insulina
- Aumento della leptina e incremento dell'adiponectina
- Contrasto agli effetti di una dieta ad alto contenuto di grassi
- Intervento sulle mutazioni cellulari
- Miglioramento del sistema immunitario, della resistenza alla fatica, dell'umore, dell’autonomia e dell’autostima
- Riduzione delle complicanze, miglioramento della ROM articolare e del metabolismo
- Miglioramento della consapevolezza corporea
- Miglioramento della prognosi, della sopravvivenza e della qualità della vita
Circa un terzo dei casi di carcinoma mammario potrebbe essere prevenuto attraverso l'attività fisica.
È fondamentale considerare l'esercizio in diverse fasi:
- Prima della diagnosi: diminuisce il rischio di sviluppare la malattia.
- Prima del trattamento: prepara il corpo allo stress e favorisce il recupero e la sopravvivenza.
- Durante il trattamento: rende più tollerabile la malattia, gestisce il dolore e potenzia le terapie.
- Fase riabilitativa: contribuisce al benessere generale e alla prevenzione delle recidive.
- Fase palliativa: gestisce il dolore e migliora l’umore.
L’associazione positiva tra esercizio fisico e oncologia è attribuita alla riduzione dei fattori di rischio e all'aumento di componenti anti-cancro che controllano la vitalità delle cellule tumorali. L'esercizio fisico dovrebbe essere considerato un intervento complementare nella gestione del cancro al seno, poiché ogni esercizio conta. La prognosi per il carcinoma mammario migliora grazie agli effetti cumulativi dell'attività fisica regolare.
La pratica costante di esercizio fisico è cruciale per il mantenimento della salute e della qualità della vita, per ridurre la mortalità e il rischio di recidiva, e per prevenire il carcinoma mammario.
È fondamentale che il chinesiologo clinico (AMPA) sviluppi un programma personalizzato e individualizzato, rispettando i bisogni e i tempi di ciascun soggetto, per il suo benessere e la sua salute. L'efficacia dell'esercizio, proprio come quella di un farmaco, è legata a dosi e modalità specifiche. È essenziale implementare un lavoro di equipe per garantire il miglioramento del benessere e della salute del soggetto.
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Autore: Dottore Eleonora Prete