Sezione: Neurologia

Il meccanismo della cefalea è riconducibile a squilibri della circolazione cerebrale

La cefalea comporta dolore al capo, che può essere diffuso o circoscritto e che, con tutte le sue sfumature di intensità , può rappresentare uno dei segni di svariati processi morbosi identificabili con il sussidio di altri sintomi o essere sintomo isolato e non riconoscere, a prima vista, una causa ben precisa. La cefalea è oggetto continuo di discussione perchè nessuno dei fattori invocati come causa non è riuscito a dare una spiegazione esauriente. Tra le varie forme di cefalea più comuni si nota quella intermittente e quella continua con accentuazioni parossistiche accompagnate da nausea, vomito, disturbi visivi. Una forma particolare è la cefalea a grappolo che si localizza nella regione temporale e occipitale e si presenta con dolore intenso. Comune anche la forma che colpisce solo una metà  del capo, l'emicrania, di solito violenta e accompagnata da vomito e da altri disturbi che si manifestano all'improvviso e hanno durata varia da un'ora a un giorno intero.L'emicrania riconosce una base ereditaria e costituzionale ed è dovuta ad alterazioni funzionali della circolazione del distretto cerebrale interessato; mentre in queste ultime la causa è da ricercarsi in una deficiente irrorazione provocata da un difetto di tensione delle arterie, difetto che può essere rappresentato o da un aumento (ipertensione) o da una diminuzione (ipotensione) della pressione stessa, nell'emicrania si verifica un'iperemia passiva dovuta ad una paralisi dei vasi venosi mediata dall'istamina (shock istaminico dei vasi venosi) per cui il sangue che non defluisce più in maniera ottimale tende a ristagnare e a provocare un disturbo cerebrale dovuto sia a compressione che a cattiva ossigenazione.Di chiara origine funzionale è la cefalea che di frequente si manifesta nei giovani dovuta ad anemia e ad ancora imperfetta regolazione della tensione dei vasi, spesso correlata a forme diipocorticalismo, cioè a facile esauribilità  della corteccia surrenale, organo che ha il compito di produrre ormoni destinati ad opporsi a tutte le cause di stress; sono disturbi dell'età  giovanile che tendono a risolversi spontaneamente quando l'organismo acquisisce un suo solido equilibrio. Per contro, per una causa opposta ma che ha ugualmente l'effetto finale di provocare un difetto di ossigenazione dell'encefalo, la cefalea si manifesta negli ipertesi, cioè negli individui che presentano una tensione maggiore dei vasi arteriosi, tensione che si oppone ad una facile circolazione sanguigna e quindi provoca un difetto di irrorazione degli organi e che, a livello cerebrale, si manifesta appunto con cefalea. Il meccanismo della cefalea è dunque riconducibile a squilibri della circolazione cerebrale (almeno nella maggior parte dei casi) o per una maggiore tensione o per un eccessivo rilasciamento delle arterie che conducono sangue al cervello;sembra un paradosso, ma in entrambi i casi ne deriva un difetto di ossigenazione.Le cefalee di origine muscolare sono correlate ad uno stato di prolungata contrazione dei muscoli situati attorno al cranio (della nuca e del collo) o ad affezioni locali del capo (disturbi della vista, sinusiti) o per fattori emotivi. Questa forma particolare che si manifesta come una sensazione molesta di stordimento e con un senso di fascia o di casco attorno al capo.

A numerosi stati di ansia e di tensione si accompagna uno stato di contrazione dei muscoli del collo per un atteggiamento forzato ed innaturale delle spalle; in questi casi per risolvere la cefalea pare che sia addirittura sufficiente una manovra di rotazione del capo, prendendo la testa del malato fra le mani l'una sotto il mento e l'altra sulla nuca, e sono inoltre indicati tarmaci anti ansia e cicli di psicoterapia che cerchino di modificare l'atteggiamento ansioso.Altre cause di cefalee possono essere intossicazioni di varia natura (cattivo funzionamento del fegato, il fumo, l'alcol, le indigestioni, la stitichezza) che per via diversa provocano come effetto finale un risentimento, anche se momentaneo e senza alcun valore anatomico, delle cellule cerebrali, sensibili a qualsiasi sostanza tossica prima di ogni altro tessuto dell'organismo. Va infine ancora menzionata la cefalea di Horton, che si presenta con dolori accessuali violenti ed acutissimi localizzati spesso ad un solo lato della faccia, che compaiono di frequente la notte, spesso alla medesima ora, e scompaiono nel giro di mezz'ora, un'ora. É dovuta ad una scarica di istamina che tende a far divenire l'organismo insensibile agli effetti di questa sostanza.

Meno frequenti invece le cefalee in relazione con tumori, meningite, versamenti emorragici; sono tutte dovute ad un aumento di pressione nella scatola cranica conseguente alla massa che ne comprime il contenuto. Nei tumori, in particolare, la cefalea è accompagnata spesso da vomito insistente e soprattutto a digiuno (cosa che lo distingue dagli altri tipi di vomito e che lo ha fatto definire vomito cerebrale) e da segni oculari rilevabili con l'oftalmoscopio (papilla da stasi). Nella meningite il dolore al capo è di un'intensità  straziante, ma si diagnostica facilmente perchè compaiono anche i segni della differenza , meningea che si mette in evidenza sollevando la nuca del malato, manovra che provoca un notevole riacutizzarsi del dolore. Anche nei versamenti emorragici è possibile dirimere ogni dubbio con ricerche appropriate (localizzazione, arteriografia ecc.). La terapia dovrà  essere indirizzata, quando si sia posta una diagnosi ben precisa, alla causa primaria e per il sintomo si useranno vari sedativi e analgesici. Nei soggetti anemici si cercherà  di modificare l'alterazione ematica, negli ipertesi si curerà  la malattia, negli ansiosi si sederà  l'ansia, nelle insufficienze epatiche si curerà  il fegato e così via. In mancanza di una diagnosi precisa si ricorrerà  a una terapia che limiti l'uso di sostanze o di abitudini che possono essere fattori scatenanti come il fumo, l'alcol, il cioccolato, il caffè, i molluschi, gli stress fisici e psichici, la fame ecc.

Autore: Redazione Medicina33.com