II cibo non è più solo un mezzo di nutrizione, ma anche un segno di cultura, un segno di comunicazione del nostro prestigio socioeconomico
A seconda dei punti di vista, l'alimentazione viene considerata un'arte (la gastronomia) o una scienza (la nutrizione). Si tratta però di due facce della stessa medaglia che devono e possono convivere: importante è seguire alcune regole fondamentali. Mangiare bene significa soddisfare al meglio le esigenze dell'organismo, senza per questo trascurare le delizie del palato e i piaceri della convivialità. D'altro canto la dieta non deve essere intesa come qualcosa di restrittivo e di limitante, ma per quello che è realmente: una regola alimentare che suggerisce la quantità e la qualità del cibo da consumare quotidianamente. Inoltre, la dieta non riguarda soltanto i malati, ma si rivolge anche ai sani: tutti devono seguire le regole messe a punto dagli esperti per evitare di ammalarsi a causa del cibo.
É per questo che dietologi e nutrizionisti raccomandano di mangiare, prima ancora che con la bocca, con la testa: correggere le abitudini sbagliate non è difficile né impossibile, basta essere convinti della bontà di ciò che si sta facendo. In uno degli ultimi documenti dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità ) si rivela come, a fronte dei progressi raggiunti nel campo medico per la terapia di numerose malattie, permangono gravi difficoltà nel campo alimentare: una parte della popolazione mondiale è super nutrita e di conseguenza soffre di malanni da benessere. Un'altra parte è sottoalimentata e accusa tutti i disturbi da carenza alimentare. L'obiettivo da perseguire è il raggiungimento di un equilibrio che annulli le distanze e permetta un'alimentazione sana da iniziare fin dalla più tenera età. La nostra dieta di occidentali alle prese con malattie come l'obesità, l'aterosclerosi e i disturbi cardiovascolari deve essere rivista. Quando si raccomanda di consumare meno grassi animali e meno zuccheri e di privilegiare la frutta e gli ortaggi, ora non abbiamo più alibi e pretesti: conosciamo la validità di questo suggerimento e sappiamo di doverlo mettere in pratica al più presto.
La dieta, oggi, è sulla bocca di tutti: si passa metà del tempo ad abbuffarsi e l'altra metà a cercare di perdere i chili di troppo. E non si tratta soltanto di un fatto estetico né dei nuovi canoni esteriori che ci vogliono tutti sempre in perfetta forma fisica: è anche e soprattutto una questione di salute. Quasi venticinque anni or sono il nutrizionista francese Jean Trémolières dichiarava: "Penso che la dietologia, medicina della buona igiene di vita, prenderà un posto sempre più importante nella medicina moderna. Le buone abitudini alimentari, cioè alimenti non troppo abbondanti né troppo scarsi, molto variati per evitare carenze, sani, vale a dire privi di tossicità , sono evidentemente una delle basi più solide della salute pubblica".
Molto più recentemente, il sociologo Francesco Alberoni ha scritto: "II cibo non è più solo un mezzo di nutrizione, ma anche un segno di cultura, un segno di comunicazione del nostro prestigio socioeconomico, del nostro buon gusto generale. Noi siamo anche quello che mangiamo e come mangiamo". La conseguenza di questo è evidente: ogni giorno - secondo le statistiche - forniamo all'organismo circa 3300 calorie, ben 1000 in più del fabbisogno. É per questo che ingrassiamo, un fenomeno, quello dell'aumento di peso, che non riguarda soltanto gli adulti: sempre più spesso i medici osservano sovrappeso e obesità nei bambini e negli adolescenti.
Autore: Redazione Medicina33.com
É per questo che dietologi e nutrizionisti raccomandano di mangiare, prima ancora che con la bocca, con la testa: correggere le abitudini sbagliate non è difficile né impossibile, basta essere convinti della bontà di ciò che si sta facendo. In uno degli ultimi documenti dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità ) si rivela come, a fronte dei progressi raggiunti nel campo medico per la terapia di numerose malattie, permangono gravi difficoltà nel campo alimentare: una parte della popolazione mondiale è super nutrita e di conseguenza soffre di malanni da benessere. Un'altra parte è sottoalimentata e accusa tutti i disturbi da carenza alimentare. L'obiettivo da perseguire è il raggiungimento di un equilibrio che annulli le distanze e permetta un'alimentazione sana da iniziare fin dalla più tenera età. La nostra dieta di occidentali alle prese con malattie come l'obesità, l'aterosclerosi e i disturbi cardiovascolari deve essere rivista. Quando si raccomanda di consumare meno grassi animali e meno zuccheri e di privilegiare la frutta e gli ortaggi, ora non abbiamo più alibi e pretesti: conosciamo la validità di questo suggerimento e sappiamo di doverlo mettere in pratica al più presto.
La dieta, oggi, è sulla bocca di tutti: si passa metà del tempo ad abbuffarsi e l'altra metà a cercare di perdere i chili di troppo. E non si tratta soltanto di un fatto estetico né dei nuovi canoni esteriori che ci vogliono tutti sempre in perfetta forma fisica: è anche e soprattutto una questione di salute. Quasi venticinque anni or sono il nutrizionista francese Jean Trémolières dichiarava: "Penso che la dietologia, medicina della buona igiene di vita, prenderà un posto sempre più importante nella medicina moderna. Le buone abitudini alimentari, cioè alimenti non troppo abbondanti né troppo scarsi, molto variati per evitare carenze, sani, vale a dire privi di tossicità , sono evidentemente una delle basi più solide della salute pubblica".
Molto più recentemente, il sociologo Francesco Alberoni ha scritto: "II cibo non è più solo un mezzo di nutrizione, ma anche un segno di cultura, un segno di comunicazione del nostro prestigio socioeconomico, del nostro buon gusto generale. Noi siamo anche quello che mangiamo e come mangiamo". La conseguenza di questo è evidente: ogni giorno - secondo le statistiche - forniamo all'organismo circa 3300 calorie, ben 1000 in più del fabbisogno. É per questo che ingrassiamo, un fenomeno, quello dell'aumento di peso, che non riguarda soltanto gli adulti: sempre più spesso i medici osservano sovrappeso e obesità nei bambini e negli adolescenti.
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