I disturbi dell'intossicazione cronica da alcol possono essere sia fisici che psichici e di vario grado.
L'aspetto più evidente dell' intossicazione cronica è il fatto che questa insorge dopo anni di abuso nell'assunzione di bevande alcooliche, ed il fatto che essa comporta disturbi sia di carattere somatico che psichico. É comunque da notare che esistono alcuni casi di forti bevitori che tollerano talmente bene l'alcool da giungere ad età avanzata senza accusare alcun sintomo di tale sindrome;ma, ripetiamo, questi sono casi sporadici; la regola generale è invece quella secondo cui qualunque sia il tipo di bevanda usata o la tolleranza del bevitore, prima o poi l'abuso nel bere alcoolici porta all'intossicazione cronica.
Non è stato invece ancora ben definito attraverso quali processi l'alcool produca il quadro clinico degli alcoolisti cronici: una teoria potrebbe essere quella secondo cui l'alcool agisce direttamente come tossico sui vari organi ed apparati, i quali a loro volta produrrebbero le sostanze tossiche. più comunemente però si ritiene che l'azione lesiva primaria dell'alcool sia quella che quest'ultimo compie sullo stomaco, dove produce una gastrite (in un primo tempo ipertrofica, e poi atrofica); poi l' azione tossica prosegue sull'intestino, sul fegato e sul pancreas.Si instaura così una condizione carenziale dovuta, da una parte, ad un insufficiente apporto alimentare (è presente l'inappetenza) e, dall'altra, alla riduzione dell'assorbimento ed utilizzazione delle sostanze alimentari consumate. Si determina così una condizione di squilibrio organico-nutritivo.
Sono soprattutto i livelli vitaminici ad essere alterati in modo significativo, ed in particolar modo quelli del gruppo B, alla carenza dei quali è imputata l'insorgenza di disturbi mentali acuti.I disturbi fisici dell'intossicazione cronica sono di vario grado, e possono interessare diversi organi: caratteristici sono i disturbi gastrici e quelli al fegato che possono sfociare in cirrosi epatica, e sui reni in nefrite.Per quanto riguarda invece l'apparato cardiovascolare si può avere ipotensione (pressione bassa) ed ipertensione (pressione alta) arteriosa; disturbi al ritmo cardiaco, ipertrofia del miocardio (ingrossamento del cuore); una miocardiopatia (sofferenza del tessuto muscolare del cuore) è stata recentemente definita tipica della intossicazione cronica. Non è rara la presenza di pellagra. In questi ultimi tempi si sta dando importanza al ruolo dell'alcool nel determinarsi dell'arteriosclerosi: sono state descritte alterazioni di tipo arteriosclerotico a carico dei vasi degli organi ed apparati di soggetti deceduti per l'intossicazione.
Caratteristica negli alcoolisti è la cosiddetta "facies potatorum" determinata dalla dilatazione dei piccoli vasi superficiali del viso, specie degli zigomi e del naso che quindi appaiono più rossi delle altre parti del viso.Dal punto di vista neurologico si riscontra nella maggioranza dei casi un tremore, molto ben visibile quando il braccio e le dita della mano sono estesi; tale tremore si ha anche nel modo di parlare, ed è ben riconoscibile nella scrittura che presenta una certa tortuosità e molti spezzettamenti.Il tremore alle dita è dato da piccole oscillazioni che si susseguono con regolarità e rapidità ; tale tremore può manifestarsi soltanto con i movimenti aumentando d'intensità , oppure può essere controllato con grande sforzo di volontà . Generalmente aumenta con le emozioni, ed è molto più intenso al mattino e a digiuno, mentre si attenua mangiando e bevendo.
In pochi casi si possono avere disturbi quali l'indebolimento della vista, debolezza gustativa, sibili, ronzii e fischi alle orecchie.In qualche caso si hanno incertezza nel camminare e disturbi nella coordinazione dei movimenti anche all'infuori degli stati di ubriachezza. I riflessi profondi, la reazione della pupilla alla luce e all'accomodamento sono diminuiti.Accanto a questa sintomatologia ne esiste una forse più interessante e riguardo alla quale si è molto di battuto: quella cioè dei disturbi psichici.Il prolungato abuso di alcool determina una psicosi fondamentale, alla quale nel corso dell'intossicazione possono aggiungersi altre forme che appartengono al gruppo delle psicosi alcooliche. Tali forme sono appunto l'alcoolismo cronico, il delirium tremens, il delirio di gelosia dei bevitori, l'allucinosi acuta di bevitori, la psicosi di Korsakow, la epilessia alcoolica, la polineurite alcolica, la poliencefalite superiore, la malattia di Marchiafava e Bignami, la demenza alcoolica e la dipsomania.più avanti faremo una trattazione più particolareggiata su tali forme,per ora ci sembra importante sottolineare un altro aspetto del decadimento mentale degli alcoolisti cronici: quello cioè etico.
In un primo tempo tale decadimento si manifesta solo nei sentimenti più elevati, e quando il soggetto è in particolari situazioni per cui subisce l'influenza di stati emotivi o passionali. Pertanto egli riesce a mantenere la propria dignità e decoro quando è in presenza di estranei, apparendo addirittura una persona educata, sensibile ai problemi degli altri, con rigidi principi morali e religiosi; quando invece si trova nell'ambiente familiare, dove è conosciuta e mal tollerata la sua abitudine e dove sono perciò frequenti i malumori ed i litigi, egli si lascia andare divenendo così, litigioso, irascibile, bugiardo e violento.
Col progredire della malattia l'alcoolista rende palese a tutti la propria situazione, divenendo anche in pubblico trascurato e trasandato; egli trascura il lavoro, trascorre le sue giornate in ozio, passando da una bettola all'altra, tutto preso dalla insaziabile necessità di soddisfare la sua voglia di bere. La situazione viene aggravata col progressivo indebolimento dei poteri volitivi inibitori: tale fenomeno si manifesta fin dall'inizio del decorso dell'intossicazione, ma andando via via aggravandosi toglie al soggetto ogni possibilità di reazione positiva alla propria condizione, e quindi non gli permette di compiere iniziative utili ad arrestare il processo di intossicazione. Inoltre la mancanza di poteri inibitori lo porta a peggiorare sempre più il suo comportamento che attraverso il vagabondaggio e l'accattonaggio giunge fino al delitto, ultima tappa della degenerazione morale dell'alcoolista.
Naturalmente accanto a tali disturbi vi sono quelli che colpiscono le facoltà intellettive.La percezione è ritardata ed imprecisa, la comprensione diviene offuscata ed imperfetta, la memoria labile e le associazioni di idee superficiali e confuse. Molto variabile è l'umore dell'alcoolista che passa con estrema frequenza e rapidità da stati di euforia a quelli di depressione, da quelli di tristezza a quelli d'ira. Sebbene gravi lesioni siano presenti solo ad uno stato molto avanzato della malattia e sebbene essa sia reversibile è molto difficile ottenere una guarigione a causa della mancata possibilità , nella maggioranza dei casi, di applicare il divezzamento (graduale sospensione dell'assunzione di alcool).
Si giunge quindi al decesso che può avvenire, nei casi estremi, per lesioni degli organi, (causate appunto dalla continua ed eccessiva assunzione di alcoolici) e per malattie che hanno trovato un buon terreno per attecchire nell'organismo debilitato dall'intossicazione alcoolica. Non sono rari però i decessi per suicidio.
Autore: Redazione Medicina33.com
Non è stato invece ancora ben definito attraverso quali processi l'alcool produca il quadro clinico degli alcoolisti cronici: una teoria potrebbe essere quella secondo cui l'alcool agisce direttamente come tossico sui vari organi ed apparati, i quali a loro volta produrrebbero le sostanze tossiche. più comunemente però si ritiene che l'azione lesiva primaria dell'alcool sia quella che quest'ultimo compie sullo stomaco, dove produce una gastrite (in un primo tempo ipertrofica, e poi atrofica); poi l' azione tossica prosegue sull'intestino, sul fegato e sul pancreas.Si instaura così una condizione carenziale dovuta, da una parte, ad un insufficiente apporto alimentare (è presente l'inappetenza) e, dall'altra, alla riduzione dell'assorbimento ed utilizzazione delle sostanze alimentari consumate. Si determina così una condizione di squilibrio organico-nutritivo.
Sono soprattutto i livelli vitaminici ad essere alterati in modo significativo, ed in particolar modo quelli del gruppo B, alla carenza dei quali è imputata l'insorgenza di disturbi mentali acuti.I disturbi fisici dell'intossicazione cronica sono di vario grado, e possono interessare diversi organi: caratteristici sono i disturbi gastrici e quelli al fegato che possono sfociare in cirrosi epatica, e sui reni in nefrite.Per quanto riguarda invece l'apparato cardiovascolare si può avere ipotensione (pressione bassa) ed ipertensione (pressione alta) arteriosa; disturbi al ritmo cardiaco, ipertrofia del miocardio (ingrossamento del cuore); una miocardiopatia (sofferenza del tessuto muscolare del cuore) è stata recentemente definita tipica della intossicazione cronica. Non è rara la presenza di pellagra. In questi ultimi tempi si sta dando importanza al ruolo dell'alcool nel determinarsi dell'arteriosclerosi: sono state descritte alterazioni di tipo arteriosclerotico a carico dei vasi degli organi ed apparati di soggetti deceduti per l'intossicazione.
Caratteristica negli alcoolisti è la cosiddetta "facies potatorum" determinata dalla dilatazione dei piccoli vasi superficiali del viso, specie degli zigomi e del naso che quindi appaiono più rossi delle altre parti del viso.Dal punto di vista neurologico si riscontra nella maggioranza dei casi un tremore, molto ben visibile quando il braccio e le dita della mano sono estesi; tale tremore si ha anche nel modo di parlare, ed è ben riconoscibile nella scrittura che presenta una certa tortuosità e molti spezzettamenti.Il tremore alle dita è dato da piccole oscillazioni che si susseguono con regolarità e rapidità ; tale tremore può manifestarsi soltanto con i movimenti aumentando d'intensità , oppure può essere controllato con grande sforzo di volontà . Generalmente aumenta con le emozioni, ed è molto più intenso al mattino e a digiuno, mentre si attenua mangiando e bevendo.
In pochi casi si possono avere disturbi quali l'indebolimento della vista, debolezza gustativa, sibili, ronzii e fischi alle orecchie.In qualche caso si hanno incertezza nel camminare e disturbi nella coordinazione dei movimenti anche all'infuori degli stati di ubriachezza. I riflessi profondi, la reazione della pupilla alla luce e all'accomodamento sono diminuiti.Accanto a questa sintomatologia ne esiste una forse più interessante e riguardo alla quale si è molto di battuto: quella cioè dei disturbi psichici.Il prolungato abuso di alcool determina una psicosi fondamentale, alla quale nel corso dell'intossicazione possono aggiungersi altre forme che appartengono al gruppo delle psicosi alcooliche. Tali forme sono appunto l'alcoolismo cronico, il delirium tremens, il delirio di gelosia dei bevitori, l'allucinosi acuta di bevitori, la psicosi di Korsakow, la epilessia alcoolica, la polineurite alcolica, la poliencefalite superiore, la malattia di Marchiafava e Bignami, la demenza alcoolica e la dipsomania.più avanti faremo una trattazione più particolareggiata su tali forme,per ora ci sembra importante sottolineare un altro aspetto del decadimento mentale degli alcoolisti cronici: quello cioè etico.
In un primo tempo tale decadimento si manifesta solo nei sentimenti più elevati, e quando il soggetto è in particolari situazioni per cui subisce l'influenza di stati emotivi o passionali. Pertanto egli riesce a mantenere la propria dignità e decoro quando è in presenza di estranei, apparendo addirittura una persona educata, sensibile ai problemi degli altri, con rigidi principi morali e religiosi; quando invece si trova nell'ambiente familiare, dove è conosciuta e mal tollerata la sua abitudine e dove sono perciò frequenti i malumori ed i litigi, egli si lascia andare divenendo così, litigioso, irascibile, bugiardo e violento.
Col progredire della malattia l'alcoolista rende palese a tutti la propria situazione, divenendo anche in pubblico trascurato e trasandato; egli trascura il lavoro, trascorre le sue giornate in ozio, passando da una bettola all'altra, tutto preso dalla insaziabile necessità di soddisfare la sua voglia di bere. La situazione viene aggravata col progressivo indebolimento dei poteri volitivi inibitori: tale fenomeno si manifesta fin dall'inizio del decorso dell'intossicazione, ma andando via via aggravandosi toglie al soggetto ogni possibilità di reazione positiva alla propria condizione, e quindi non gli permette di compiere iniziative utili ad arrestare il processo di intossicazione. Inoltre la mancanza di poteri inibitori lo porta a peggiorare sempre più il suo comportamento che attraverso il vagabondaggio e l'accattonaggio giunge fino al delitto, ultima tappa della degenerazione morale dell'alcoolista.
Naturalmente accanto a tali disturbi vi sono quelli che colpiscono le facoltà intellettive.La percezione è ritardata ed imprecisa, la comprensione diviene offuscata ed imperfetta, la memoria labile e le associazioni di idee superficiali e confuse. Molto variabile è l'umore dell'alcoolista che passa con estrema frequenza e rapidità da stati di euforia a quelli di depressione, da quelli di tristezza a quelli d'ira. Sebbene gravi lesioni siano presenti solo ad uno stato molto avanzato della malattia e sebbene essa sia reversibile è molto difficile ottenere una guarigione a causa della mancata possibilità , nella maggioranza dei casi, di applicare il divezzamento (graduale sospensione dell'assunzione di alcool).
Si giunge quindi al decesso che può avvenire, nei casi estremi, per lesioni degli organi, (causate appunto dalla continua ed eccessiva assunzione di alcoolici) e per malattie che hanno trovato un buon terreno per attecchire nell'organismo debilitato dall'intossicazione alcoolica. Non sono rari però i decessi per suicidio.
Autore: Redazione Medicina33.com