I cibi surgelati sono, dal punto di visto nutritivo, validi proprio come gli alimenti freschi
La legge stabilisce che gli alimenti surgelati sono prodotti alimentari in confezione chiusa all'origine. Sottoposti a un trattamento frigorifero tale da abbassarne rapidamente (non più di 4 ore) la temperatura, anche interna, a non meno di 18° sottozero, sono mantenuti a tale temperatura fino al momento della vendita al consumatore. Un alimento tenuto al freddo, d'altra parte, non è necessariamente surgelato: vi sono infatti differenze ben precise tra la surgelazione, il congelamento e la refrigerazione.
La surgelazione.
La temperatura di 18° C sottozero deve essere raggiunta anche dalla parte più interna del prodotto, cioè quella più lontana dalla sorgente fredda. I prodotti che vengono surgelati dopo il confezionamento sono reperibili soltanto in confezioni di piccole dimensioni. Altri come le verdure, i piselli, ecc. possono essere confezionati anche dopo il raffreddamento e sono disponibili anche in confezioni più grandi.
Un decreto ministeriale del 15 giugno 1971 ammette che in pratico quasi tutti gli alimenti possono essere surgelati. Gli animali da cortile (polli, conigli, ecc.) devono essere privi di visceri, testa e zampe. Lo stesso deve essere fatto per i pesci, a esclusione di quelli di dimensioni molto piccole.
Il congelamento.
Non sono previsti limiti di tempo per il congelamento, purché l'acqua contenuta nel prodotto diventi, ghiaccio anche nella parte più interna. Questo sistema è largamente usato per conservare interi quarti di carni.
Che cosa succede agli alimenti sottoposti alle tecniche del freddo?
Le basse temperature bloccano ogni processo di decomposizione e di degradazione a opera di enzimi e di batteri con il risultato che l'alimento conserva intatti la freschezza, il gusto, l'aspetto e le qualità nutritive.
Naturalmente ogni alimento viene surgelato in maniera diversa, in base alle caratteristiche che presenta. Le verdure, per esempio, vengono scottate velocemente per evitare che il colore originale possa alterarsi.
La frutta non si presta agevolmente alla surgelazione, in quanto il freddo lo rende poco invitante. É per questo che non esiste frutta congelata da vendere al consumo, anche se buoni quantitativi vengono sottoposti al trattamento per intere partite da destinare all'industria conserviera.
Il pesce viene surgelato direttamente sulle navi da pesca, e questo è una garanzia di freschezza che deve tranquillizzare il consumatore. Le carni vengono frollate e sottoposte a pezzatura (suddivisione in pezzi), subito dopo si procede alla congelazione.
Tutti i prodotti congelati sono conservati in celle con una temperatura che varia da 24 a 40 gradi sottozero: è il primo anello della catena del freddo che garantirà la genuinità dei prodotti. Il secondo anello è rappresentato dai mezzi di trasporto a lunga distanza che portano le confezioni ai depositi di distribuzione. Le celle degli automezzi hanno una temperatura di 23-25 gradi sottozero. Il terzo anello sono i magazzini e i depositi: qui il freddo è a circa 21-26 gradi sotto lo zero. Il quarto e ultimo anello sono i camioncini che trasportano i surgelati fino ai punti di vendita, o disposizione del consumatore.
Tutti questi passaggi non alterano gli alimenti ne rompono lo catena del freddo: la temperatura, infatti, non è mai inferiore a 18 gradi sottozero, il limite insuperabile. Un punto debole può invece essere rappresentato dall'ultimo trasferimento dal negozio al congelatore di casa: è proprio in questa fase che, se non si prendono le opportune precauzioni (borse termiche, ecc.) l'alimento subisce sbalzi di temperatura che possono degradarlo. Ancora due parole sui nutrienti. Il freddo li conserva integri, quindi i cibi surgelati sono, dal punto di visto nutritivo, validi proprio come gli alimenti freschi
Autore: Redazione Medicina33.com