Embolia: la terapia è medica se si tratta di coagulo, chirurgica e d'urgenza nei casi gravi.
L'embolia è una presenza in un vaso sanguigno di un grumo di sangue (coagulo) o di una bolla d'aria o di una particella di grasso o di altro materiale che lo ostruisce parzialmente o totalmente. Gli emboli possono essere di varia natura (solidi, semi solidi, liquidi e gassosi) ed avere provenienza varia. Gli emboli solidi possono provenire da trombi distaccatisi dal loro punto di formazione (trombosi), da frammenti di tumori di natura maligna e ad alta invasività che ledono le pareti sanguigne e penetrano in circolo diffondendosi ad altri distretti; possono inoltre essere formati da parassiti (come nella malaria), da frammenti di tessuti necrotici, da parti di placenta distaccatesi. Gli emboli semi solidi o liquidi, peraltro di riscontro relativamente raro, possono essere formati da sostanze oleose (in caso di infezioni endomuscolari che ledono un piccolo vaso venoso) o da grasso del midollo osseo penetrato in circolo in seguito a fratture.
più interessante invece è la formazione di emboli gassosi che possono o essere costituiti dall'aria atmosferica che accidentalmente penetri in circolo attraverso la ferita di una grossa vena (evenienza rara) o tramite una iniezione endovenosa male eseguita o ancora, fenomeno più frequente, svilupparsi in persone che si trovano in atmosfera sotto pressione (come avviene negli operai che lavorano nei cosiddetti cassoni, grossi recipienti metallici usati per lavori subacquei, da cui l'acqua viene allontanata da aria compressa ad una pressione equivalente a quella esistente alla profondità a cui si deve lavorare, e nei palombari e nei subacquei, qualora tornino alla pressione normale rapidamente. Questi soggetti, finchà© mantenuti nell'ambiente sotto pressione, non manifestano alcun disturbo, se però il ritorno alla pressione normale avviene troppo bruscamente, il gas, disciolto in quantità maggiore nel sangue (per una legge fà¬sica la quantità di gas che si discioglie in un liquido è direttamente proporzionale alla sua pressione), torna allo stato gassoso e forma piccoli emboli, composti prevalentemente da azoto (l'ossigeno è rapidamente fissato dall'emoglobina), i quali provocano disturbi assai gravi negli organi dove si depositano (polmoni, cuore, cervello).
Va inoltre ricordato che i gas dell'aria ed in particolare l'azoto si sciolgono assai facilmente nei grassi che sono presenti nel tessuto adiposo, nel midollo osseo, nella corteccia surrenale e nelle guaine mieliniche che circondano i nervi; è proprio la formazione di bolle gassose in quest'ultima sede che spiega i sintomi nervosi periferici della decompressione rappresentati da dolori e temporanee paralisi, dovuti appunto alla formazione di bollicine di gas lungo le guaine di nervi sensitivi o motori. Quando si manifestano questi fenomeni di embolia gassosa, si deve rapidamente intervenire chiudendo i soggetti colpiti in camere iperbariche (dove l'aria si discioglie nel sangue) ed effettuare poi una lenta decompressione che faccia passare l'aria allo stato gassoso in modo graduale e tale da poterla eliminare attraverso l'albero respiratorio. La distribuzione e la destinazione dell'embolo varia a seconda del territorio vascolare da cui esso è partito; va così fatta una distinzione fra embolo del sistema venoso ed embolo del sistema arterioso.
Gli emboli venosi giungono alle sezioni destre del cuore e da qui vengono spinti nell'albero polmonare, si possono formare nel cuore destro, nei vasi venosi addominali degli arti inferiori; va inoltre ricordato che un largo contributo all'embolia polmonare viene dato dai casi di trombosi postoperatoria, specialmente in seguito a interventi chirurgici addominali e sugli organi del piccolo bacino. Gli emboli arteriosi hanno invece origine dal cuore sinistro per distacco di trombi valvolari (formatisi sulle valvole cardiache) o di trombi formati fra i muscoli papillari che le tendono; essi possono arrestarsi a livello della milza, dei reni, dell'intestino e del cervello, degli arti. Caratteristiche le embolie dei muscoli caratterizzate da un dolore violentissimo e la tanto grave embolia cerebrale più frequente nella parte sinistra dell'encefalo da cui esitano paralisi del lato opposto e talvolta perdita della capacità di articolare la parola. La terapia per l'embolia è medica (con vasodilatatori anticoagulanti) se si tratta di coagulo, chirurgica e d'urgenza nei casi gravi.
Autore: Redazione Medicina33.com
più interessante invece è la formazione di emboli gassosi che possono o essere costituiti dall'aria atmosferica che accidentalmente penetri in circolo attraverso la ferita di una grossa vena (evenienza rara) o tramite una iniezione endovenosa male eseguita o ancora, fenomeno più frequente, svilupparsi in persone che si trovano in atmosfera sotto pressione (come avviene negli operai che lavorano nei cosiddetti cassoni, grossi recipienti metallici usati per lavori subacquei, da cui l'acqua viene allontanata da aria compressa ad una pressione equivalente a quella esistente alla profondità a cui si deve lavorare, e nei palombari e nei subacquei, qualora tornino alla pressione normale rapidamente. Questi soggetti, finchà© mantenuti nell'ambiente sotto pressione, non manifestano alcun disturbo, se però il ritorno alla pressione normale avviene troppo bruscamente, il gas, disciolto in quantità maggiore nel sangue (per una legge fà¬sica la quantità di gas che si discioglie in un liquido è direttamente proporzionale alla sua pressione), torna allo stato gassoso e forma piccoli emboli, composti prevalentemente da azoto (l'ossigeno è rapidamente fissato dall'emoglobina), i quali provocano disturbi assai gravi negli organi dove si depositano (polmoni, cuore, cervello).
Va inoltre ricordato che i gas dell'aria ed in particolare l'azoto si sciolgono assai facilmente nei grassi che sono presenti nel tessuto adiposo, nel midollo osseo, nella corteccia surrenale e nelle guaine mieliniche che circondano i nervi; è proprio la formazione di bolle gassose in quest'ultima sede che spiega i sintomi nervosi periferici della decompressione rappresentati da dolori e temporanee paralisi, dovuti appunto alla formazione di bollicine di gas lungo le guaine di nervi sensitivi o motori. Quando si manifestano questi fenomeni di embolia gassosa, si deve rapidamente intervenire chiudendo i soggetti colpiti in camere iperbariche (dove l'aria si discioglie nel sangue) ed effettuare poi una lenta decompressione che faccia passare l'aria allo stato gassoso in modo graduale e tale da poterla eliminare attraverso l'albero respiratorio. La distribuzione e la destinazione dell'embolo varia a seconda del territorio vascolare da cui esso è partito; va così fatta una distinzione fra embolo del sistema venoso ed embolo del sistema arterioso.
Gli emboli venosi giungono alle sezioni destre del cuore e da qui vengono spinti nell'albero polmonare, si possono formare nel cuore destro, nei vasi venosi addominali degli arti inferiori; va inoltre ricordato che un largo contributo all'embolia polmonare viene dato dai casi di trombosi postoperatoria, specialmente in seguito a interventi chirurgici addominali e sugli organi del piccolo bacino. Gli emboli arteriosi hanno invece origine dal cuore sinistro per distacco di trombi valvolari (formatisi sulle valvole cardiache) o di trombi formati fra i muscoli papillari che le tendono; essi possono arrestarsi a livello della milza, dei reni, dell'intestino e del cervello, degli arti. Caratteristiche le embolie dei muscoli caratterizzate da un dolore violentissimo e la tanto grave embolia cerebrale più frequente nella parte sinistra dell'encefalo da cui esitano paralisi del lato opposto e talvolta perdita della capacità di articolare la parola. La terapia per l'embolia è medica (con vasodilatatori anticoagulanti) se si tratta di coagulo, chirurgica e d'urgenza nei casi gravi.
Autore: Redazione Medicina33.com