Che cosa fare in caso di annegamento?
Ogni anno sono molte le persone che perdono la vita facendo un bagno in mare, nel lago o in altri corsi d'acqua.Cause dell'annegamento. Condizioni fisiche non buone, situazioni ambientali avverse o una eccessiva presunzione sulle proprie capacità sono tra le cause principali a monte di un annegamento. Una buona conoscenza delle tecniche di salvamento e delle manovre rianimatorie potrebbe rivelarsi preziosa per soccorrere qualcuno in difficoltà ed evitare tragedie.
Che cosa fare in caso di annegamento
-per prestare soccorso a una persona in difficoltà in acqua è indispensabile essere abili nuotatori, ma questo da solo non basta. Bisogna valutare se la persona da soccorrere si trova a una distanza che si è in grado di percorrere per due volte (andata e ritorno) agevolmente, dato che si deve anche avere la forza sufficiente per trascinare l'infortunato a riva. In caso contrario, è meglio lanciare all'infortunato un salvagente, un pallone o altri galleggianti a cui possa aggrapparsi tenendosi a galla, finchà© non sarà possibile raggiungerlo con una imbarcazione;
-se l'infortunato respira ancora, ponetevi alle sue spalle tenendogli il capo fuori dall'acqua e la mandibola sollevata al fine di impedire in questa fase la caduta della lingua e l'ostruzione delle vie aeree superiori. ciò si ottiene con la cosiddetta presa al capo con due mani: sostenete la mandibola con le quattro dita unite e i pollici dietro le orecchie, applicando le mani simmetricamente ai lati del viso;
-se l'infortunato non respira più, dovete iniziare la respirazione artificiale durante il trasporto in acqua, agendo come segue:passate un braccio sotto il capo dell'annegato per sostenerlo,sollevando contemporaneamente con le dita la mandibola e tenendo chiusa con il palmo della stessa mano la bocca;
-praticate quindi una respirazione bocca-naso, insufflando ritmicamente aria nelle narici dell'infortunato. Nuotate con il braccio libero e con le gambe;
-arrivati a riva trasportate a terra l'infortunato sulle vostre spalle. Se respira o tossisce, mettete l'infortunato in posizione di sicurezza ; se non respira praticate ancora la respirazione artificiale e se necessario il massaggio cardiaco , senza perdere tempo in tentativi inutili di fargli espellere l'acqua penetrata nelle vie aeree; questa verrà infatti espulsa con la tosse non appena l'infortunato riprenderà a respirare spontaneamente;
-proseguite i tentativi di rianimazione per almeno un'ora prima di desistere.
Autore: Redazione Medicina33.com
Che cosa fare in caso di annegamento
-per prestare soccorso a una persona in difficoltà in acqua è indispensabile essere abili nuotatori, ma questo da solo non basta. Bisogna valutare se la persona da soccorrere si trova a una distanza che si è in grado di percorrere per due volte (andata e ritorno) agevolmente, dato che si deve anche avere la forza sufficiente per trascinare l'infortunato a riva. In caso contrario, è meglio lanciare all'infortunato un salvagente, un pallone o altri galleggianti a cui possa aggrapparsi tenendosi a galla, finchà© non sarà possibile raggiungerlo con una imbarcazione;
-se l'infortunato respira ancora, ponetevi alle sue spalle tenendogli il capo fuori dall'acqua e la mandibola sollevata al fine di impedire in questa fase la caduta della lingua e l'ostruzione delle vie aeree superiori. ciò si ottiene con la cosiddetta presa al capo con due mani: sostenete la mandibola con le quattro dita unite e i pollici dietro le orecchie, applicando le mani simmetricamente ai lati del viso;
-se l'infortunato non respira più, dovete iniziare la respirazione artificiale durante il trasporto in acqua, agendo come segue:passate un braccio sotto il capo dell'annegato per sostenerlo,sollevando contemporaneamente con le dita la mandibola e tenendo chiusa con il palmo della stessa mano la bocca;
-praticate quindi una respirazione bocca-naso, insufflando ritmicamente aria nelle narici dell'infortunato. Nuotate con il braccio libero e con le gambe;
-arrivati a riva trasportate a terra l'infortunato sulle vostre spalle. Se respira o tossisce, mettete l'infortunato in posizione di sicurezza ; se non respira praticate ancora la respirazione artificiale e se necessario il massaggio cardiaco , senza perdere tempo in tentativi inutili di fargli espellere l'acqua penetrata nelle vie aeree; questa verrà infatti espulsa con la tosse non appena l'infortunato riprenderà a respirare spontaneamente;
-proseguite i tentativi di rianimazione per almeno un'ora prima di desistere.
Autore: Redazione Medicina33.com