Sezione: Psicologia

I pazienti depressi, sotto stress, ma anche malati, diversamente abili, tossicotipendenti hanno tratto giovamento dalla musicoterapia.

Già  Ippocrate, il medico greco vissuto più di duemila anni fa, riteneva che il flauto fosse un ottimo antidoto psicologico per le malattie nervose e persino per il dolore fisico. La flautoterapia è raccomandata da alcuni psichiatri nordeuropei e la musicoterapia, praticata per secoli, è tornata recentemente in auge sono la forma di branca specialistica della medicina. Per esempio viene adottata in sala parto per aiutare a sentire meno il dolore durante il travaglio. Infatti è dimostrato che mentre si ascoltano musiche gradite più o meno inconsciamente l'attenzione si sposta verso di esse. É accertato per esempio che le musiche più efficaci sono quelle dei grandi classici (sinfonie, concerti, sonate) mentre nel campo del jazz i più utili a fini terapeutici sono i blues. Ascoltata al mattino la musica influisce sull'umore delle persone. Perciò si raccomandano ritmi vivaci, sincopati che assecondano l'attività  e il dinamismo.

Le musiche dolci e monotone conciliano il sonno, quelle allegre e fragorose stimolano l'appetito; quelle strumentali (pianoforte, violino, violoncello) favoriscono la concentrazione mentale, quelle sinfoniche sono utili alla meditazione astratta. Gli ottoni esortano al coraggio, timpani e tamburi rendono aggressivi, gli archi (violini, violoncelli, viole, contrabbassi) rendono più facilmente miti e rassegnati. I pazienti depressi, sotto stress, ma anche malati, diversamente abili, tossicodipendenti hanno tratto giovamento dalla musicoterapia. Persino alcuni piccoli interventi per i quali non occorrerebbe una vera e propria anestesia possono essere praticati a suon di musica.

Non solo: in giovani psicotici, in ragazzi con difetti dell'udito e del linguaggio la musicoterapia è stata utilizzala con successo come ausilio alle altre tecniche rieducative. Suonare in un'orchestra, per esempio, giova al reinserimento, alle personalità  deboli, timide, poco dinamiche, mentre in altri casi può essere d'aiuto il canto. Inoltre gli studiosi hanno dimostrato che l'analisi delle preferenze spontanee in campo musicale possono dare utili indicazioni sulla costituzione biotipologica della persona, molto importante perchè, per poter praticare la musicoterapia, è necessaria una conoscenza approfondita del paziente. Si è notato dunque che persone che soffrono di depressione hanno una spiccata predilezione per i ritmi a tre tempi, mentre quelli più facilmente eccitabili preferiscono le musiche dal ritmo rigoroso e costantemente a due o a quattro tempi.

Autore: Redazione Medicina33.com