Sezione: Psicologia

La paura degli adulti si combatte esattamente come quella dei bambini: rafforzando le proprie sicurezze e le proprie conoscenze.

La paura degli adulti si combatte esattamente come quella dei bambini: rafforzando le proprie sicurezze e le proprie conoscenze. Il cuore batte a precipizio, un nodo chiude la gola mentre lo stomaco si contorce, la testa sembra svuotarsi e il respiro si blocca per un attimo che sembra interminabile. Chi non conosce questi segnali, per averli provati ben più di una volta in vita sua? Sono i sintomi della paura. Se l'attacco di paura è stato molto forte (allora si chiama panico), subito dopo i primi sintomi possiamo avere altre reazioni fisiche: una abbondante sudorazione, un impellente bisogno di svuotare l'intestino e l'urgenza di vomitare.

Queste reazioni, di solito accolte con imbarazzo, sono tutt'altro che casuali: sono nientemeno che le operazioni di soccorso attraverso le quali la natura predispone il proprio corpo alla fuga. La paura infatti è quell'emozione spiacevole che si prova quando ci si sente in pericolo. Che il pericolo sia reale o soltanto fantasticato, l'istinto dice di scappare. Per fare questo, il corpo ha bisogno di essere teso e scattante (ecco perché il cuore batte tanto forte), e anche di essere leggero (ecco perché si sente il bisogno di espellere tutto ciò che si può). La stessa preparazione fisica serve per poter lottare, quando dal pericolo non si possa sfuggire. Come si vede, dunque, provare paura è naturale. È addirittura salutare. Non è salutare solo la paura persistente e immotivata, che confina con l'ansia. Infatti quando si dà una valutazione esagerata di un pericolo, o quando il pericolo non esiste affatto, la paura assume un significato patologico. Spesso diventa una vera e propria fobia.

Che le donne siano più paurose degli uomini forse è vero, ma bisognerebbe capire il perché. Non è detto che si tratti di una predisposizione naturale: è più probabile che le donne, cresciute con la convinzione di essere fragili, si sentano in pericolo anche quando non lo sono. Comunque si è sempre visto che, nelle situazioni che richiedono riflessi pronti e sangue freddo, le donne non sono da meno degli uomini. Certamente i bambini sono più paurosi degli adulti, ed è comprensibile. La paura in genere è collegata all'ignoto, e tutto quanto, per un bambino, è ignoto. Le paure tipiche infantili (paura del buio, dei temporali, degli estranei) nascono dalla scarsa conoscenza che hanno del mondo. E talvolta dalla sensazione di perdere, per sempre, le proprie certezze. Pensiamo a quanto sia importante poter vedere: trovarsi nell'oscurità  vuol dire per un bambino brancolare nel mistero. Capitare in mezzo a gente sconosciuta, di cui il piccolo non capisce le intenzioni, significa sentirsi abbandonato dalle persone più care e più fidate. Spesso queste paure vengono alimentate dagli adulti stessi che puniscono il bambino facendogli balenare davanti l'esistenza di fantasmi minacciosi: il lupo, l'orco, il diavolo.

Come infondere coraggio a un bambino? Prima di tutto evitando di turbarne la fantasia. Quindi sostenendolo in tutte le occasioni di cui egli avverte timore. Ma costringere un bambino a vincere la propria paura è controproducente. Il bambino che ha terrore dell'acqua non imparerà  a nuotare se lo si tufferà  dentro per forza. Oppure imparerà  a nuotare, ma non ad amare l'acqua. E forse pagherà  caro il suo coraggio, soffrendo psicologicamente, spesso all'insaputa degli adulti. La paura degli adulti si combatte esattamente come quella dei bambini: rafforzando le proprie sicurezze e le proprie conoscenze. Sempre tenendo presente che la paura non è qualcosa di cui vergognarsi. É vero che qualcuno non la prova, o così dice. Probabilmente si è addestrato a zittire questa emozione. Forse a scapito della sua intera sensibilità .

Autore: Redazione Medicina33.com